“Da donna le dico che mi sento offesa, perché è una presa in giro verso tutte le donne, si sta cavalcando il terrore che ogni donna nella sua vita sente, a suo modo. E mi sorprende che il ministro Bongiorno l’abbia sostenuta”. Elisabetta Trenta, il ministro della Difesa, in un’intervista al Corriere commenta la proposta della Lega di introdurre la castrazione chimica in casi di reati sessuali che prevedano la condizionale. E come la ministra della Sanità Giulia Grillo, anche lei si schiera contro l’emendamento. “Il deterrente – sottolinea – è la massima pena e, soprattutto, la certezza della pena”. E aggiunge: “Non vorrei che tutta questa storia sia una grande montatura per cavalcare la paura delle donne e attrarre qualche consenso. Se così fosse sarebbe orribile”. Per Trenta, poi, il fatto che la castrazione proposta dal ddl sia reversibile, non cambia la sostanza: il punto non è quello, spiega, “è che io come donna se uno compie una violenza voglio che passi i suoi anni in carcere” e che “non sia libero di andarsene in giro come è accaduto per due dei tre presunti stupratori della giovane ragazza alla Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano“, dice. Parla anche del revenge porn, tema sul quale auspica un’ampia convergenza parlamentare, e definisce “inaccettabile quanto accaduto a Giulia Sarti“. E commentando il Congresso delle Famiglie a Verona conclude: “Per me la famiglia è importantissima, ma lì si celebra un concetto di donna lontano anni luce dai miei valori. Roba da Medioevo”.

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