Sono certo che gli appassionati followers dell’OrdiNovela saranno d’accordo con me: con questo terzo episodio, la vicenda dell’obbligo di iscrizione all’Ordine per Fisici, Chimici, Biologi et similia ingrana la marcia con una svolta importante. Come forse ricorderete, tutto è iniziato con la legge Lorenzin, che riordina le professioni sanitarie. Secondo l’intepretazione dell’Ordine professionale dei Fisici e dei Chimici, tale legge implica l’iscrizione obbligatoria all’Ordine di qualsiasi lavoratore che abbia a che fare con la fisica (e la chimica), compresi tutti i docenti universitari e i ricercatori degli Enti di Ricerca. Un’interpretazione oltremodo discutibile che purtroppo non è stata subito rigettata dal Ministero della Salute, che ha l’incarico di scrivere i decreti attuativi: tale ministero ha però richiesto un parere in proposito al Miur, che prima di rispondere ha chiesto lumi al Consiglio Universitario Nazionale (che rappresenta i docenti universitari) e alla Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca (ConPER).

La svolta è contenuta in tre documenti: i primi due sono le analisi con i rilievi conclusivi del Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e della Consulta del Presidenti degli Enti di Ricerca (ConPER) che fanno seguito ai propri pareri formulati in via d’urgenza a dicembre; il terzo è nientemeno che l’attesa risposta del Miur alla richiesta di parere del Ministero della Salute.

Il CUN e la ConPER rilevano principalmente due cose. La prima è che l’obbligo di iscrizione non può sussistere per tutti, ma solo per quei docenti e ricercatori che svolgono prestazioni a carattere professionale negli “ambiti di competenza” degli Ordini. La seconda è relativa proprio a questi “ambiti di competenza”, che sono la vera pietra dello scandalo. La tesi dell’Ordine sembra essere che, dopo la legge Lorenzin, tutti i Fisici e i Chimici di ogni tipo, ordine e grado diventano automagicamente professionisti sanitari e quindi sono tutti obbligati ad iscriversi all’ordine. CUN e ConPer si trovano costretti a ribadire l’ovvio, ovvero che esiste anche la professione non regolamentata e non sanitaria del Fisico, che in generale le attività riservate ai professionisti sanitari vanno definite con chiarezza e in modo nettamente distinto dalle attività dei professionisti non sanitari, e che gli ambiti della professione regolamentata del Fisico debbano rimanere confinati a profili di esclusivo interesse sanitario.

La ConPER inoltre rincara la dose citando una recente direttiva europea in materia di ordini professionali in cui si prescrive che le restrizioni all’accesso delle professioni presenti nella legislazione degli Stati membri debbano essere strettamente giustificate in base a motivi “di interesse generale” (articolo 6) e debbano essere proporzionate allo scopo, senza indebite esagerazioni.

E’ chiaro a questo punto che la vera partita si gioca proprio sulla definizione degli “ambiti di competenza” dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici, e, leggendo il terzo documento, appare evidente come se ne siano accorti anche alla direzione generale del Miur.

La lettera del Miur al Ministero della Salute, infatti, non solo recepisce e fa suoi in toto i pareri, le analisi e i rilievi del CUN e della ConPER, ma proprio a proposito degli ambiti di competenza dell’Ordine sottolinea come essi “debbano essere definiti con esplicito riferimento a profili di interesse sanitario” e aggiunge una richiesta chiave: “Considerato l’elevato numero di soggetti potenzialmente interessati fra il personale universitario e degli enti pubblici di ricerca vigilati da questo Ministero, si richiede di includere Miur, CUN e ConPER fra gli interlocutori istituzionali del processo di definizione del regolamento dell’ordine dei Chimici e dei Fisici e delle relative attività di competenza”.

Traduzione: il regolamento dell’Ordine avrà comunque impatto anche su professori e ricercatori universitari e degli enti di ricerca, quindi al tavolo che lo scriverà dobbiamo sedere anche noi!
Adesso la palla passa al Ministero della Salute. Cosa farà? Terrà conto dei pareri di CUN e ConPER? Darà seguito alla richiesta del Miur? Oppure scriverà il regolamento in splendida autonomia estendendo l’obbligo di iscrizione a climatologi e astrofisici? Appuntamento al quarto atto!

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