Il crollo del ponte Morandi pesa per 500 milioni di euro sul bilancio di Atlantia. Ma non impedisce al gruppo di chiudere il 2018 in utile e staccare dividendi per un totale di circa 743 milioni. Il denaro finirà in buona parte nelle tasche del mercato (45%) e della famiglia Benetton che possiede il 30% del capitale di Atlantia attraverso la cassaforte Sintonia. Il resto (25%) sarà spartito fra un gruppetto di soci minori. “Gli oneri e gli accantonamenti connessi alla demolizione e al ripristino del viadotto Polcevera di Genova crollato in data 14 agosto 2018, nonché il complesso degli altri interventi relativi, incidono sull’ebitda (margine operativo lordo, ndr) per 513 milioni” si legge nel comunicato sui risultati 2018 del gruppo che controlla Autostrade per l’Italia.

Come spiega il documento finanziario, il collasso del ponte genovese, che ha causato la morte di 43 persone, “ha comportato minori ricavi da pedaggio, oneri e accantonamenti connessi alla demolizione e al ripristino del viadotto (con connessi costi per espropri e indennizzi e contributi a persone ed aziende/attività produttive direttamente colpite dal crollo), ai risarcimenti agli eredi delle vittime e ai feriti, alle spese legali e ai contributi di prime necessità con un impatto complessivo, al netto del relativo effetto fiscale, sull’utile dell’esercizio pari a circa 371 milioni di euro (366 milioni di euro, senza considerare l’effetto netto dell’iniziativa relativa all’esenzione del pedaggio sull’area genovese)”. Peraltro, “tali valori non tengono conto, prudenzialmente, degli effetti positivi di eventuali rimborsi assicurativi”, prosegue il documento che ricorda come sulla tragedia siano ancora in corso un procedimento di accertamento delle responsabilità al ministero per le Infrastrutture e un’inchiesta alla procura di Genova nella quale si contano oltre 60 indagati.

La nota agli investitori puntualizza poi che il gruppo ha totalizzato 6,9 miliardi di ricavi, in crescita del 16% rispetto all’anno prima. Il risultato positivo è stato realizzato grazie all’acquisizione della spagnola Abertis senza il cui contributo l’aumento del giro d’affari sarebbe stato solo del 2 per cento. Ma ha giocato a favore anche l’aumento del traffico sulla rete straniera in Cile, Brasile e Polonia. Inoltre Atlantia ha anche potuto contare sul contributo (+6% di margine operativo lordo) delle attività aeroportuali grazie al miglioramento del traffico gestito dalla controllata Aeroporti di Roma sia su Ciampino che su Fiumicino, oltre che su Nizza. Infine ha beneficiato anche della performance positiva di Telepass (+11% di margine operativo lordo). Così, nonostante l’impatto della tragedia di Genova, il margine lordo di Atlantia è rimasto sostanzialmente invariato (a 3,7 miliardi), mentre l’utile è sceso del 30% a 818 milioni. Quanto alle passività, “l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2018 pari a 37.931 milioni di euro, con un incremento di 28.435 milioni di euro, essenzialmente riferibile all’acquisizione e al consolidamento del gruppo Abertis”, spiega la nota.

Nonostante il vertiginoso aumento dei debiti e le incertezze che ancora permangono sul costo effettivo del crollo del Ponte Morandi, il consiglio ha proposto all’assemblea dei soci (18 aprile) lo stacco di una cedola da 90 centesimi per azione. Una cifra superiore alle stime di diversi analisti fra cui Equita sim (0,66 centesimi per azione). Del resto l’amministratore delegato, Giovanni Castellucci, ha spiegato come intenda ridurre il fardello del debito dismettendo una quota di Autostrade o di Telepass senza incidere in maniera rilevante sulla distribuzione di ricchezza agli investitori.

Quanto alla tragedia di Genova, Atlantia ha colto l’occasione dei dati 2018 per respingere al mittente tutte le responsabilità, ribadire che la rete di Autostrade per l’Italia è sicura ed evidenziare gli investimenti effettuati sulle infrastrutture viarie (592 milioni in tutto). Il gruppo ha poi fatto il punto sui procedimenti in corso. Il 19 aprile scadrà il termine per le controdeduzioni richieste dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel procedimento avviato in seguito al crollo del Ponte Morandi. Infine il giudice per le indagini preliminari di Genova ha infine fissato al 27 marzo prossimo le udienze per la discussione degli elaborati peritali e all’8 aprile quelle per l’aggiornamento delle attività svolte dai periti. I soci invece passeranno all’incasso a maggio.

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