Ieri i dati Istat, oggi quelli Nielsen. Con numeri e tendenze completamente opposte per quanto riguarda la fiducia dei consumatori, seppur prendendo in considerazione riferimenti temporali diversi tra loro. Nella fattispecie, se ieri l’Istituto di statistica aveva sottolineato che a febbraio l’indice in questione era in calo per quanto riguarda sia i consumatori che le imprese, a distanza di 24 ore l’azienda di misurazione e analisi dati ha fornito un quadro ben diverso, se pure riferito agli ultimi mesi del 2018. In particolare, a leggere il rapporto Nielsen la fiducia dei consumatori italiani nel quarto trimestre 2018 continua a crescere, arrivando a quota 70 punti, marcando un incremento di 1 punto rispetto al trimestre precedente. In crescita anche su base tendenziale (+2 punti) e in continuità con quanto accaduto nel penultimo trimestre 2018 (luglio-agosto-settembre). Per quest’ultimo riferimento temporale, poi, è evidente la differenza con quanto fotografato dall’Istat, che ad agosto 2018 aveva parlato di indice di fiducia in calo sia da parte dei consumatori che delle imprese.

In attesa di capire chi tra Istat e Nielsen abbia ragione, restano da analizzare i dati dell’azienda privata attiva in oltre 100 paesi. A sentire Nielsen, su base trimestrale la fiducia dei consumatori è in aumento anche per quanto riguarda la media Mondo (+1 punto, da 106 a 107), mentre invece cala di tre punti la media del continente europeo (si ferma a 84 punti). In particolare, è risultato compromesso l’indice di fiducia dei consumatori francesi, che perde ben 13 punti rispetto al trimestre precedente, e 15 rispetto allo stesso periodo 2017. La fiducia dei consumatori, rispetto al periodo luglio/settembre cala anche in Regno Unito (-4 punti, da 102 a 98), in Spagna (-3 punti, da 97 a 94) e in Germania (-2 punti, da 106 a 104). I numeri di questi Paesi sono però in linea con l’indice registrato alla fine del 2017. “L’ultimo aggiornamento della Consumer Confidence Survey – ha spiegato Roberto Pedretti, Group President di Nielsen per il Sud Europa – sembra confermare le aspettative positive degli italiani, al contrario dei propri cugini d’Oltralpe. Migliorano, infatti, la percezione della propria situazione finanziaria, la propensione all’acquisto e le aspettative occupazionali. La stabilità dei fatturati della GDO, che ha chiuso l’anno  con un +0,3% su base tendenziale, è in linea con il sentiment generale“.

La conferma alle parole di Pedretti arrivano anche dalla propensione al consumo, che cresce di 2 punti percentuali (arrivano quindi al 27% quanti ritengono sia il momento giusto per fare acquisti). Parallelamente sale, dal terzo al quarto trimestre 2018, la percentuale di chi è positivo riguardo lo stato delle proprie finanze (33%, +1pp) e, se aumenta il numero di persone che ritiene che il Paese sia in recessione (79%, +1pp), aumentano sensibilmente anche coloro che credono che si uscirà dalla recessione nel 2019 (21% vs. 15% nel trimestre precedente, e 11% nel Q4 2017). Fa registrare un incremento, però, la percentuale di italiani che adottano misure per risparmiare: sono il 56%, +3pp rispetto al trimestre precedente. Le principali voci di riduzione delle spese riguardano i pasti e l’intrattenimento fuori casa (indicati come possibile taglio rispettivamente dal 59% e dal 56% dei rispondenti), l’abbigliamento (54%) e i prodotti alimentari (il 39% passa/passerebbe a marchi più economici). Si risparmia anche su vacanze e soggiorni brevi (38%), sull’acquisto di oggetti per la casa (35%), su gas e elettricità (35%), sull’utilizzo dell’auto (35%), su spese telefoniche (29%), e sui device elettronici (26%).

Una volta coperte le spese essenziali (bollette, rate del mutuo, affitti, etc.) e accantonati i risparmi, tra le preferenze d’acquisto degli italiani spiccano proprio l’abbigliamento (47%) e i viaggi (39%, -6pp, data anche la conclusione del periodo estivo e “vacanziero”), seguiti dal divertimento fuori casa e dai nuovi prodotti tecnologici, rispettivamente al 35% e 28%. Si usa il denaro “in più” anche per saldare prestiti (17%), ristrutturazioni domestiche (17%), fondi pensione (13%), fondi di investimento (10%). Il 18% del campione dichiara tuttavia di non potersi permettere spese ulteriori a quelle essenziali, arrivando a fine mese senza avere accantonato nulla per gli extra. L’analisi di Nielsen prende anche in considerazione le principali preoccupazioni degli italiani. In prima posizione c’è sempre il posto di lavoro (indicata dal 18% dei rispondenti, stabile vs. trimestre precedente). Seguono le preoccupazioni per l’economia nazionale (14%, in aumento) e per la salute (10%, in aumento). Si riducono lievemente le apprensioni relative a stabilità politica (4%) all’immigrazione (5%) e a ordine pubblico/criminalità (6%). La preoccupazione per l’aumento del costo delle utenze, invece, cresce di 2pp (8%).

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