“L’Italia deve correre” e il governo sa che “è arrivato il momento di premere sull’acceleratore sul fronte delle infrastrutture“. Così il premier Giuseppe Conte, in un’intervista al Sole 24 Ore in cui sostiene che la struttura di missione Investitalia e la cabina di regia Strategia Italia, di cui ha di recente firmato i decreti attuativi, creano “un’autostrada a tre corsie per la crescita” con “investimenti, innovazione e semplificazione“. Conte risponde a distanza al presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che dalle pagine di Repubblica due giorni fa ha accusato il governo di essere “ostile all’industria” e ha chiesto un piano per “aprire immediatamente i cantieri usando le risorse già stanziate”.

“Avere delle strutture di progettazione e coordinamento”, spiega Conte, “permette di avviare in trasparenza e con cronoprogrammi definiti operazioni di investimento che possano contare sulle competenze tecniche dei migliori professionisti della Pubblica amministrazione”. Poi annuncia che la attesa e più volte rinviata riforma del codice appalti è in dirittura d’arrivo: “In settimana invieremo al Parlamento una legge delega, poi procederemo speditamente con un decreto legislativo che conterrà una riforma organica del codice degli appalti, ma, parallelamente, abbiamo elaborato uno schema di decreto legge per riavviare, già dalle prossime settimane, vari cantieri“.

Il presidente del Consiglio parla di un “metodo Conte, che sono pronto a brevettare ed è composto di tre elementi: lo studio attento dei dossier, il dialogo con gli attori di volta in volta coinvolti, il confronto con i ministri affinché venga garantita la massima soddisfazione degli interessi generali“. Sul dossier Tav – ieri al centro di uno scontro tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il titolare dei Trasporti Toninelli – “ora comincerà il confronto interno per arrivare alla soluzione migliore non nell’interesse di un singolo partito, non delle imprese costruttrici o dei comitati a favore o contro, ma nell’interesse generale della collettività italiana”. A proposito dell’analisi costi-benefici, il premier osserva che “è stata affidata a riconosciuti esperti e non è accettabile che venga messa in discussione la loro professionalità solo perché i risultati non sono di gradimento. Se emergerà la necessità di approfondire ulteriori aspetti chiederemo agli esperti già consultati eventuali ulteriori chiarimenti, ma è certo che questa analisi costituirà la base della nostra più ampia valutazione politica”.

Per quanto riguarda i conti pubblici e l’ipotesi di manovra correttiva, Conte ricorda di aver “già escluso la patrimoniale” e ribadisce che “è prematuro opinare eventuali interventi o formulare valutazioni così negative già nel mese di febbraio. Posso garantire la massima attenzione da parte del Governo sulla tenuta dei conti pubblici. Anche grazie alle misure di monitoraggio e quelle di blocco dell’erogazione della spesa contenuta nella legge di bilancio. Mi riferisco ai due miliardi della clausola di salvaguardia. Alle stime e alle previsioni vogliamo rispondere con la concretezza delle azioni a sostegno del lavoro e a sostegno dell’impresa. Il quadro di finanza pubblica non lo miglioriamo stringendo la cinghia ma premendo sull’acceleratore”.

Quando gli intervistatori ricordano che “i numeri parlano di 8-9 miliardi che mancano all’appello per il quadro di crisi economica più i 23 miliardi di clausole Iva da disinnescare, per un totale di 32 miliardi”, Conte risponde: “Pensiamo a una revisione completa del sistema di tax expenditures“, cioè sgravi e agevolazioni fiscali. “Con la prima manovra economica abbiamo avuto poco tempo, invece con la nuova manovra avremo più tempo per operare questa revisione e affidarci al piano di investimenti per evitare l’incremento dell’Iva”. In cantiere anche la “riduzione delle aliquote fiscali dalle cinque attuali a tre” e una riorganizzazione del sistema “introducendo il principio del coefficiente familiare”, ma “parallelamente dobbiamo anche migliorare i risultati nel contrasto all’evasione“.

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