Il governo non ha ancora un posizione unitaria sulla crisi venezuelana, ma il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha ricevuto oggi alla Farnesina il presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale di Caracas, Francisco Sucre, accompagnato dall’ex sindaco della capitale, Antonio Ledezma, e da Rodrigo Diamanti, rappresentante di Juan Guaidó per gli aiuti di emergenza provenienti dall’Europa. Lo ha fatto “anche a nome del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte“, ha reso noto il ministero. Nello stesso giorno l’autoproclamato presidente del Venezuela ha inviato una lettera in cui scrive che “con profondo sconcerto non comprende le ragioni della posizione politica italiana”.

Domani alle 12 alla Camera e alle 15.30 al Senato Moavero Milanesi riferirà sulla questione e dopo le comunicazioni è atteso il voto sulle risoluzioni che verranno presentate dalle varie forze politiche. Finora a mettere nero su bianco la loro posizione in Parlamento sono stati soltanto i partiti di opposizione, che hanno presentato una serie di mozioni, sulle quali però la discussione non avverrà domani, mentre da parte di Movimento 5 stelle e Lega si sono registrate soltanto dichiarazioni pubbliche, che evidenziano posizioni distinte e distanti, espresse dai rispettivi leader, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rispondendo alle lettere ricevute da Guaidò.

“Siano i venezuelani – ha affermato il capo politico del M5s – a decidere del loro futuro, in modo pacifico e democratico e soprattutto alle urne. Ritengo necessario che il governo italiano mantenga una linea di neutralità e di non ingerenza sul processo che condurrà a tali elezioni”. Il ministro dell’Interno invece, ricevendo al Viminale una delegazione venezuelana, ha telefonato all’autoproclamato presidente, confermando “la dura presa di posizione nei confronti di Maduro ed il pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare al più presto ad elezioni libere”, assicurando inoltre la massima attenzione affinché venga salvaguardata l’incolumità di Guaidò e della sua famiglia.

Nella missiva al nostro Paese, invece, Guaidó  fa notare come “l’Italia sia uno dei pochi Paesi che non abbia ancora riconosciuto” il percorso compiuto da 59 Paesi nel mondo e dal Parlamento europeo, che “hanno riconosciuto l’Assemblea nazionale e quindi la mia persona quale Presidente provvisorio del Paese, con il preciso e limitato compito di portare il Venezuela, al più presto, a libere e democratiche elezioni. Con profondo sconcerto non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana”. L’autoproclamato presidente del Venezuela, continua spiegando che non capisce “perché  il Paese europeo, a noi più vicino, non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni, sotto l’egida della comunità internazionale, e lo sblocco degli aiuti umanitari. Sono sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia. Abbiamo bisogno del sostegno italiano, abbiamo bisogno di una comunità internazionale coesa per costringere Maduro a fare un passo indietro, rispettare la nostra Costituzione e far sì che, in qualità di Presidente provvisorio, possa indire nuove elezioni”.

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