Provo a immaginare la faccia che avrà fatto l’addetto stampa/responsabile marketing di Gionata Boschetti a.k.a. Sfera Ebbasta quando tra i feed di Facebook è spuntata la notizia di agenzia che il suo giovane cliente è indagato dalla Procura di Pescara per istigazione all’uso di stupefacenti.

Se fossi al posto di chi cura la comunicazione del trapper più chiacchierato d’Italia, andrei a festeggiare questo sabato di inizio 2019: non esistono crimini in grado di mobilitare sostegno e attenzione pubblica come i reati d’opinione. Istigazione all’uso, poi, un relitto dei tempi della guerra alla droga, in questo caso verrebbe contestato all’attività di un artista (lasciamo da parte, per un attimo, la discussione su Sfera Ebbasta artista o no) nonostante questa sia tutelata dalla Costituzione.

Lucio Malan e Massimo Mallegni, due onorevoli forzisti forse a caccia di un po’ di visibilità, non hanno scelto a caso il trapper più chiacchierato d’Italia: avrete sentito, certamente, parlare di quest’ultimo. Ma dei primi due? Suvvia, non c’è nulla di male a non sapere chi sia Lucio Malan. Dando uno sguardo alla sua biografia, ci perdonerà l’onorevole, non si capisce poi perché qualcuno dovrebbe averne sentito parlare. In politica da una vita, non spicca per qualcosa in particolare. Fine. E Massimo Mallegni? Senatore da una legislatura. Fine. Anche a volersi focalizzare sul cosa e non sul chi, rimane un mistero questo improvviso ed estemporaneo interesse di un ex attivista della chiesa valdese (Malan) e di un ex imprenditore del settore turistico (Mallegni) per la musica trap, le droghe e la morale.

Diciamo la verità: il Torquemada de noantri, censore e moralista di professione, quello che ha equiparato nella sua legge droghe leggere e pesanti, che ha dedicato una carriera alla lotta alle piantine (di cannabis) e sognava anche in Italia un’agenzia come la Dea americana, un po’ ci manca. Carlo Giovanardi era un professionista e le cose le faceva in grande (Ricordate il Rototom?), ma questi da dove spuntano? “I due senatori – riferisce ancora il Centro – sostengono che, oltre a ‘frequenti oscenità’, i testi delle canzoni di Sfera Ebbasta ‘si riferiscono pressoché tutti all’uso di droghe e spesso al loro spaccio, senza mai accennare alle negatività di tali pratiche, anzi prospettando tale stile di vita come simbolo di successo’”.

Quindi la polizia giudiziaria (della morale, più che altro) dovrà indagare sui testi di Sfera Ebbasta. Provate ad immaginare il magistrato, costretto dai due onorevoli a farsi trascrivere le quartine del buon Gionata Boschetti a caccia di possibili intenti istigatori: a parte la violenza nel doversi sorbire liriche brutte (brutte perché brutte, non perché parlino di sesso, droga e rock’n’roll) e beat fatti con il cellulare (volete mettere, dover indagare Eric Clapton per Cocaine o i Rolling Stones per Brown Sugar?) dovranno dimostrare che le migliaia di linee di cocaina e le tonnellate di Mdma e di cannabis consumate ieri in giro per lo Stivale sono a causa di Sfera Ebbasta.

Mi spiego: secondo gli onorevoli, i consumatori di ieri, parlando solo di sabato sera, non avrebbero consumato se non fossero stati istigati dalla musica infernale di Boschetti. Ma non solo: oltre a riferimenti espliciti alle droghe, non c’è alcuna condanna sulle pratiche dell’uso e dello spaccio. I due parlamentari, evidentemente, confondono cantanti e assistenti sociali.

Menomale che Malan e Mallegni vogliono crocifiggere la docile trap italiana; meglio non immaginare cosa farebbero se ascoltassero quella prodotta in Germania, Uk, Paesi Bassi o Francia: lì si parla solo di gang, armi, droga, donne-oggetto e jihad. E no, nessuno si sognerebbe di denunciare terze generazioni di immigrati per istigazione al terrorismo o al consumo di stupefacenti, più che altro per non farsi ridere dietro.

Ora Sfera Ebbasta ha una grande opportunità. Speriamo solo sia tanto intelligente da capire quale assist gli hanno servito i due onorevoli in cerca di attenzione.

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