La relazione costi/benefici è sul tavolo del ministro dei Trasporti. E in attesa di conferme ufficiali sul contenuto (l’esito negativo è dato per scontato), questa resta l’unica certezza al pari della posizione dei partiti alleati di governo. Sia Salvini che Di Maio hanno sottolineato di non aver letto il documento, ma al netto di ciò che vi è scritto entrambi hanno ribadito la loro linea politica: M5s contrario, Lega a favore. E se il dossier fornisse un verdetto negativo per l’infrastruttura? “Nessuno di noi vorrebbe né potrebbe fermare una richiesta di referendum” ha fatto sapere il leader del Carroccio, che ha di fatto dettato la strada da seguire dopo la diffusione dell’analisi chiesta dal Mit. La consultazione popolare invocata dal vicepremier leghista, però, potrebbe creare l’ennesima tensione nell’esecutivo, con i 5 Stelle da sempre fermi su posizioni nettamente contrarie all’Alta Velocità.

Il Carroccio intanto ha confermato che sabato 12 gennaio sarà in piazza a Torino per partecipare al flash mob per il Sì alla Tav. “La Lega non ha mai avuto dubbi”, ha detto il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, “la Tav va realizzata: è una risorsa preziosa per lo sviluppo strategico dell’economia piemontese, e di tutto il Paese”. Quindi ha attaccato il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, lasciando intendere che la Lega è pronta a sostenere una consultazione popolare sul tema: “Dia un segnale forte di serietà, mettendo rapidamente mano alla proposta di legge per disciplinare il referendum consultivo targata Lega. Se prima il centrosinistra aveva la scusa di non approvarla per evitare il referendum sull’autonomia oggi la legge tornerebbe utile per la Tav”.

Il ministro Toninelli, da parte sua, ha assicurato che i tempi per la decisione non saranno lunghi, sottolineando che il dossier “è arrivato ieri pomeriggio, è sottoposto al vaglio di conformità da parte della struttura tecnica come è evidente perché va verificata la completezza del documento. Lo condividiamo con la Francia – ha concluso – come abbiamo detto, lo facciamo molto velocemente”. Toninelli ha poi assicurato che ci sarà un confronto nella maggioranza: “È scritto nel contratto di governo“, ha confermato, sottolineando che dopo la condivisione con la Francia e la commissaria Ue Bulc “renderemo pubblica l’analisi e apriremo il dibattito generale e il dibattito all’interno della maggioranza”. E l’ipotesi referendum? “Se ne parla solo in caso di necessità” ha detto il responsabile dei Trasporti, che poi  ha sottolineato come il ministero sia ancora in attesa “dagli esponenti del sì Tav e del no Tav, ma solo il sì Tav ce lo ha chiesto ufficialmente, di avere il nome del tecnico con il profilo sufficiente e competente per partecipare, come uditore, alla illustrazione dell’analisi costi-benefici quando sarà resa pubblica“.

Nel pomeriggio il ministro torna sulla questione con un post su Facebook: “Nessun giallo, nessun mistero, nessuna melina e nessun timore di mostrare i risultati di una analisi che il mio ministero ha fortemente voluto, in nome della trasparenza e della responsabilità circa le decisioni di spesa sulle grandi opere”, scrive Toninelli. Che promette: “Le risultanze dell’analisi sul Tav Torino-Lione saranno pubblicate in modo integrale assieme all’analisi giuridica, esattamente come accaduto con il Terzo Valico“.

Parole che vanno vanno ad inserirsi anche nel filone elettorale della vicenda. Durante la conferenza stampa di fine anno, infatti, il premier Conte aveva fatto sapere che il governo avrebbe deciso entro le elezioni europee di fine maggio. Sarà così anche se vincesse la linea referendaria proposta da Salvini e si immagina osteggiata dal Movimento 5 Stelle? Presto per dirlo. Restano le dichiarazioni dei diretti interessati e le opposte posizioni, politiche prima che dialettiche.

“Se l’analisi dei tecnici sulla Tav fosse negativa, nessuno di noi vorrebbe né potrebbe fermare una richiesta di referendum” ha detto Matteo Salvini, commentando ai microfoni di Rtl. Il leader, però, è rimasto vago sulla relazione tecnica costi-benefici consegnata ieri pomeriggio all’esecutivo, come ha rivelato il professor Marco Ponti che guidava la task force. “Posso commentare quello che ho visto, studiato e approfondito, non un’indiscrezione giornalistica, ma ho sempre detto che è meglio andare avanti, perché se c’è un’opera a metà è meglio finirla che lasciarla a metà”, ha proseguito il ministro dell’Interno. Cauto anche il collega Luigi Di Maio. “Non ho letto nemmeno io la relazione. È uno studio preliminare che poi avrà un contraddittorio con le varie associazioni di categoria e del territorio e con i comitati pro e contro la Tav”, ha detto il capo politico del Movimento 5 stelle a Radio Anch’io, affermando che “aspetterà il dato ufficiale” per commentare.

Chi invece ha detto la sua è stato il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, che parlando delle differenti valutazioni che vengono fatte sull’opera da Lega e Movimento 5 Stelle ha sostenuto che si tratta di “un’altra crepa nel governo”. “Chi vincerà lo scontro? Bisognerebbe chiederlo a Di Maio o a Salvini – ha aggiunto – Certamente, l’esito non sarà comunque positivo per il Paese e per il Piemonte, perché determina una situazione di incertezza”.

Il braccio di ferro sull’alta velocità, che da mesi divide il governo gialloverde, è tornato centrale anche nel vertice che si è tenuto a notte fonda e che, tra le altre cose, ha permesso lo sblocco della situazione ‘migranti’ della Sea Watch. Poche le indiscrezioni che escono al termine dell’incontro. Per il Carroccio fermare l’opera ha costi troppo elevati e il “no” rischia di provocare una ‘ritorsione’ dei francesi su Fincantieri. Per questo i leghisti stanno pressando per un ‘supplemento di riflessione’, vale a dire per una revisione della relazione. I tempi per arrivare a una decisione sul Tav rimangono però quelli indicati dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno. Quindi il governo deciderà “prima delle Europee”. L’analisi, secondo fonti del Mit, sarebbe ora allo studio della Struttura tecnica di missione del ministero “per un vaglio di conformità rispetto alle deleghe affidate ai consulenti“.

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