Fa bene Di Maio a parlare ma sui migranti di Sea Watch e Sea Eye decido io, aveva detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, aggiungendo che in Italia non arriverà nessuno. Facciamo arrivare solo donne e bambini, ha detto l’altro vicepremier Luigi Di Maio. E invece alla fine, com’è capitato spesso in questi sei mesi di governo gialloverde, la mediazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte salta tutti i litigi e li cancella. Intanto però, mentre gli Stati dell’Ue trattano per la redistribuzione dei 49 migranti a bordo delle navi delle due ong, alcuni migranti della Sea Watch hanno iniziato a rifiutare il cibo.

Così la situazione a bordo si fa più difficile ogni ora che passa. “Da un momento all’altro – spiega Giorgia Linardi, portavoce italiana di Sea Watch – potrebbe scatenarsi una crisi, possiamo aspettarci qualunque cosa da persone tenute in cattività da 17 giorni, con il mal di mare, dopo aver subito violenze per mesi”. I 49 uomini, donne e bambini, sottolineano le due ong, sono allo stremo. “Resistono come noi non saremo mai in grado di fare, aiutandosi le une con le altre – dice ancora Linardi – ma le condizioni meteo sono in peggioramento e molti di loro sono allo stremo delle forze”.

Stessa situazione sulla Professor Albrecht Penck, la nave di Sea Eye: acqua razionata, un solo bagno per 17 persone, niente abiti per cambiarsi e materassi per dormire. “Se continua così – conferma il capo delle operazioni a bordo, Jan Ribbeck – dovremo presto chiedere a Malta il sostegno e il rifornimento delle nostre forniture. Anche i nostri rifornimenti di carburante sono finiti”. E come se non bastasse, nelle ultime 48 ore alcuni migranti hanno iniziato a rifiutare il cibo. Non un’azione di protesta, dicono i volontari delle Ong, ma un gesto di estrema disperazione. “Al momento si tratta di 3 episodi singoli – spiega Linardi – Un migrante ha rifiutato di bere e mangiare per un giorno intero, siamo dovuti ricorrere ad una flebo per reidratarlo, un altro è stato senza mangiare per un giorno e mezzo. E solo grazie all’aiuto degli altri migranti siamo riusciti a convincere le persone a mangiare”.

Conte: “In Italia 15 su 49” – “Ne prenderemo 15 su 49, e prenderemo anche i mariti perché non siamo gente che smembra le famiglie: daremo un segnale all’Europa, ma dopo che tutti avranno rispettato le regole”. È questo il punto di caduta di Palazzo Chigi, secondo la ricostruzione pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Una svolta, un cambio di passo, dettato forse anche dai contatti con la Chiesa, un po’ come già era accaduto per il caso della Nave Diciotti. Domenica Papa Francesco ha pronunciato un appello ai leader europei per una “solidarietà concreta”. E l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia ha già offerto la disponibilità delle strutture della diocesi per ospitare i migranti che eventualmente arriveranno in Italia. 

Una eventualità cui la Lega continua a dichiararsi contraria. È Salvini a prendere posizione in prima persona: “Io voglio fare tutto quello che è umanamente possibile per fermare il traffico di esseri umani. I scafisti comprano armi e droga, io ho firmato i corridoi umanitari. Questi sono furbetti che cambiano bandiera ed equipaggio. I porti italiani rimangono chiusi per gli scafisti e i loro amici. Noi abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo”, ha ribadito il vicepremier.

In Ue le trattative per la redistribuzione – A livello europee proseguono le trattative tra le cancellerie di Berlino, Lisbona, Amsterdam e Parigi per concordare una redistribuzione dei migranti che si trovano a bordo della Sea Watch ormai da 17 giorni, con temperature proibitive e mare raramente calmo. “Il governo tedesco ha manifestato molto presto la sua disponibilità a partecipare” all’accoglienza dei profughi delle due navi, “nell’ambito di una soluzione solidale europea“,ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert.

Per il governo Malta – nonostante le parole orgogliose del premier Joseph Muscat – cederà. La stessa Unione Europea, che si è contraddistinta per un silenzio di tomba in queste ore, sta lavorando a un accordo complessivo, che riguarda anche i 249 migranti che sono arrivati nelle settimane scorse. E naturalmente in questo caso il governo italiano ha già chiarito che non ne vuole sapere niente.

Al termine della giornata, si apprende da fonti diplomatiche europee, una decina di Paesi – tra questi Italia, Germania, Francia, Portogallo, Lussemburgo, Olanda e Romania – si sono offerti di ricevere i migrantise Malta aprirà i suoi porti per lo sbarco. Ma l’impasse resta, perché La Valletta chiede che oltre alle 49 persone a bordo delle due navi delle ong, siano ridistribuiti anche altri 249 profughi salvati nei giorni scorsi.

I posti messi a disposizione dal gruppo di Paesi pronti ad accogliere – spiegano ancora le fonti – sono superiori ai 49 necessari per la ridistribuzione di quanti sono a bordo di Sea Watch e Sea Eye, ma non arrivano a coprire tutti i trasferimenti complessivi richiesti da Malta. Nessuna offerta è stata invece avanzata dai Paesi dell’est, come Polonia o Ungheria. “Stiamo consumando i telefoni. Ci sono stati intensi contatti anche durante il fine settimana” per trovare una soluzione, aveva detto il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas in mattinata.

Saviano: “Di Maio si è mosso in modo viscido” – Intanto sulla questione torna a far sentire la propria voce Roberto Saviano. Che punta il dito contro il vicepremier M5s: “Di Maio si è mosso in modo ambiguo e persino viscido – ha detto l’autore di Gomorra a Circo Massimo su Radio Capital – Questo suo appello a donne e bambini è una sorta di lacrima di coccodrillo. Ha un atteggiamento paraculesco. Cerca di avere indipendenza dalla Lega ma ad ogni sua dichiarazione c’è Salvini che arriva a tirargli le orecchie”.

A cosa si riferisce Saviano? Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia – aveva detto Di Maio il 4 gennaio – Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare, come sempre, una lezione di umanità all’Europa intera”. Il leader politico grillino non aveva quindi indicato un porto sicuro, ma aveva assicurato la disponibilità ad accogliere donne e bambini dopo lo sbarco di questi ultimi a La Valletta.

 

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