Sono state depositate nella sede del Nazareno le 1.500 firme a sostegno dei sei candidati per le prossime primarie del Pd: Nicola Zingaretti, Maurizio Martina, Francesco Boccia, Roberto Giachetti, Dario Corallo e Maria Saladino. Primo a presentarsi è stato Boccia, seguito da Saladino. A cinque minuti dalla scadenza dei termini è comparso Giachetti che vuole correre in ticket con Anna Ascani. I due hanno presentato metà delle firme in formato elettronico e entro domani dovrà produrle in formato cartaceo. Un compito non facile visto che devono provenire da almeno 5 regioni diverse. Domani, 13 dicembre, la commissione per il congresso vaglierà la regolarità di tutta la documentazione e ufficializzerà le candidature.

La giornata però ha segnato anche una rottura inaspettata tra Matteo Renzi e quei parlamentari che finora lo hanno sostenuto e che ora hanno deciso di sostenere Martina. Sotto accusa le parole usate martedì da Renzi a Porta a Porta “irridenti e sprezzanti verso il Pd”, come ha detto l’ex sottosegretario Antonello Giacomelli, un tempo franceschiniano e da ultimo vicino all’ex premier e a Luca Lotti. “Legittimo che Renzi segua la sua visione politica – dice Giacomelli – ma credo che potrebbe farlo anche rispettando le donne e gli uomini che non pensano affatto che il Pd sia finito, che ci credono e che comunque non intendono abbandonarlo”. A sostegno di Martina ci sarà per esempio Lorenzo Guerini, che ha concluso un accordo con l’ex segretario. Insomma, se Renzi dovesse concretizzare il progetto di creare una nuova formazione politica, non tutti quelli che gli sono stati fedeli fino ad oggi sarebbero pronti a seguirlo.

Oltre alle frizioni all’interno dell’area renziana, qualche scintilla già si registra tra l’area di Zingaretti e quella di Martina per il caso esploso in Sicilia con il ritiro di Teresa Piccione, sostenuta da AreaDem e dall’area di Zingaretti, in polemica con il segretario uscente Fausto Raciti, renziano come il candidato Davide Faraone.

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