La fiducia dei vicepremier, la preoccupazione del ministro dell’Economia, le criticità ravvisate dal presidente dell’Eurogruppo. Mentre si attende la bocciatura della legge di Bilancio da parte di Bruxelles, che domani dovrebbe avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, dentro il governo le fibrillazioni sui mercati – con lo spread nei confronti del Bund tedesco schizzato oltre i 330 punti – vengono osservate con diversi livelli di attenzione. Giovanni Tria è lapidario di fronte ai continui rialzi del differenziale tra titoli di Stato: “Ovviamente sono preoccupato”, dice. Una preoccupazione che evidentemente c’è nei ranghi di governo se persino Giancarlo Giorgetti arriva in serata a dire: “Anche in Italia vanno vietate le vendite allo scoperto”. Ma i timori del titolare del Tesoro e del sottosegretario su una possibile ondata speculativa non sono condivisi da Matteo Salvini e Luigi Di Maio che ostentano ottimismo in vista delle prossime settimane.

Nonostante la bocciatura arrivata dalla Commissione europea nei confronti delle stime di crescita e delle misure economiche messe in campo dal governo, il vicepremier M5s si dice “fiducioso” che “dopo la decisione della Commissione lo spread scenderà”. Ammettendo che al momento ci sono tensioni sui mercati, il leader pentastellato si dice “sicuro” del calo dello spread: “Non ci affidiamo al fato ma a studiosi e abbiamo questa convinzione. Noi non vogliamo lasciare l’Euro e l’Eurozona”, ha aggiunto.

Una convinzione condivisa anche dall’altro vicepremier: “Noi dialoghiamo con tutti, siamo convinti che questa manovra vada bene così com’è e aiuti l’Italia – spiega Salvini – Se tutti l’analizzeranno senza pregiudizi, la condizione dell’economia italiana, del sistema bancario del nostro Paese, di una manovra che porta lavoro e crescita, lo spread non può che scendere e sono convinto che così sarà”. Secondo il segretario del Carroccio, lo scenario è destinato ad avverarsi “a meno che non ci sia qualcuno che giochi alla speculazione” e “questo come governo non lo permetteremo”.

Le parole di Salvini e Di Maio provocano la reazione del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. “Dobbiamo alfabetizzare la politica per far capire che la politica è fatta anche di spiegazioni economiche”, avverte il numero uno di viale dell’Astronomia. “Quando sentiamo ‘che ce ne frega dello spread’ capiamo che dobbiamo contribuire ad alfabetizzare la politica – aggiunge il numero uno degli industriali – Dobbiamo spiegare ragioni dell’economia, che sono semplici, bisogna entrare un po’ più nel merito: è quello che stiamo cercando di fare noi, nel nostro ruolo, con spiegazioni economiche che partono dalle criticità legate alla manovra su alcune debolezze per la crescita”.

Criticità ravvisate anche dal presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, per il quale la risposta dell’Italia all’Ue sulla manovra “non ha migliorato la situazione in termini di costi di rifinanziamento del debito, lo vediamo ogni giorno sui mercati, e questo significa che non ha disperso i timori sulla strategia di bilancio”. Durante l’audizione a Bruxelles davanti alla commissione Affari economici e monetari, Centeno dice l’Ue dovrebbe “dare tempo alle riforme che l’Italia ha attuato nell’ultimo decennio, affinché si materializzino i benefici per i cittadini”. Per Centeno “il processo di crescita è a lungo termine, e richiede tempo. Ha bisogno di riforme delle pensioni, del lavoro, che l’Italia ha attuato. Ma serve tempo per dare frutti”. Di fronte a questo scenario, il presidente dell’Eurogruppo sottolinea: “Vorrei ricordare il livello del debito dell’Italia, che è una fortissima preoccupazione: va sempre tenuto presente quando stabiliamo politiche di bilancio, perché il debito italiano è elevato rispetto agli standard di tutto il mondo, e questo è un elemento che va preso in considerazione”.

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