Tornano oggi le sanzioni all’Iran. Quelle sanzioni che già in passato avevano portato alla crisi economica. Sanzioni che, come sempre andranno a colpire le fasce più deboli della popolazione.

Già da qualche tempo sapevamo che il presidente americano Donald Trump le avrebbe reinserite dopo essersi ritirato dall’accordo sul nucleare firmato nel luglio 2015 dal governo iraniano e dalle potenze del gruppo +1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). Da oggi verrà quindi ripristinata la seconda tranche, dopo quella del 6 agosto scorso. Tre mesi fa erano stati colpiti l’acquisto di dollari da parte del governo iraniano, il commercio in oro e metalli preziosi, le transazioni riguardanti l’acquisto o la vendita di Rial. Nel mirino invece stavolta finiscono soprattutto il petrolio e la Banca Centrale.

Attraverso queste nuove sanzioni probabilmente Trump auspica a paralizzare e frenare l’economia dell’Iran, come se non fosse già disastrosa. “Le sanzioni – ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo – resteranno in vigore fino a che Teheran non finirà di sostenere il terrorismo, rinuncerà al suo coinvolgimento militare in Siria e fermerà completamente i suoi programmi nucleare e missilistico”. Non solo, ma secondo la strategia americana questa pressione sull’Iran dovrebbe facilitare il ‘Regime Change’ di cui nessuno ha ancora ben chiaro però il progetto. Ma cosa vorrebbe intende Trump con ‘Regime Change’? A mio avviso un letterale ‘cambio di regime’ dunque con una idea ben precisa di cosa, come e con chi cambiare l’attuale regime esistente nella Repubblica Islamica dell’Iran.

Una mossa sbagliata, Trump ha sottovalutato che avrebbe ottenuto più facilmente sostegno se avesse proposto un ‘Regime End’. Quella ‘fine del regime’ che una gran parte della popolazione iraniana desidera da tempo. Ed è proprio qui l’ennesimo errore di Trump: quello di non aver compreso che auspicare un cambio regime e sanzionare nuovamente l’Iran non farà altro che coalizzare la popolazione iraniana contro un nemico comune, l’America appunto. Trump oggi sta facendo un grande regalo all’ala degli ultra-conservatori, che nel paese hanno ancora molti sostenitori e che probabilmente alle prossime elezioni presidenziali nel 2021 saranno nuovamente vincitori; con tutte le conseguenze che ne scaturiranno.

Chi aveva votato per il moderato Hassan Rouhani alla luce dei recenti eventi, si sente tradito. Dopo gli anni catastrofici della presidenza Ahmadinejad il popolo iraniano aveva dato fiducia proprio a Rouhani mitizzandolo ad un ruolo di ‘salvatore’ che avrebbe risollevato in breve tempo l’economia del Paese; Rouhani era il presidente dal volto gentile, che avrebbe preso a cuore i diritti civili dei giovani e soprattutto avrebbe migliorato la condizione delle donne. Promesse mai mantenute. E forse non necessariamente per sue colpe. Troppi ostacoli troppi nemici. In molti non gli hanno ancora perdonato l’alleanza con l’ex presidente Obama; a pochi è piaciuto quel ‘prostrarsi’ agli Stati Uniti pur di ottenere la vittoria dell’accordo nucleare.

Dalla sua elezione a oggi, poco o nulla è cambiato in Iran, anzi nei mesi scorsi gli unici cambiamenti sono stati quelli economici che hanno portato al drastico calo del valore del Rial. Valore che in questi giorni sta velocemente riprendendo quota dinanzi al dollaro ed all’euro, dando così un segnale positivo, almeno uno, alla popolazione.

Ma le sanzioni di questi giorni sono un ulteriore colpo basso al popolo iraniano che al di là della politica è poco interessata ai meme ispirati a ‘Game of Thrones’ tra Trump e il Generale Soleimani, ma che è solo alla ricerca di una vita ‘normale’ in un paese in cui la normalità della vita quotidiana non è poi così scontata. Gli iraniani lo sanno, le sanzioni avranno effetti collaterali sulla popolazione. Le hanno già sperimentate: aumenterà la disoccupazione, si moltiplicheranno i crimini, ci sarà più uso di droghe, ci sarà un incremento della prostituzione e dei suicidi. Se l’obiettivo di Trump era quello di ‘liberare’ la popolazione iraniana, direi che il suo è stato un vero grande flop. Le sanzioni andranno ad influire anche nel settore medico e su altre categorie connesse al commercio umanitario. Non sarà più possibile acquistare, pagare e trasferire medicine attraverso bonifici internazionali. Non sarà possibile acquistare pezzi di ricambio per gli areei, sarà ulteriormente difficile per gli iraniani, aprire conti correnti all’estero… la lista è lunga. Ed è così che il popolo iraniano cercherà conforto ancora una volta tra le braccia di quel duro ‘regime’ che seppur lo sopprime da quasi 40 anni gli garantisce almeno quel poco necessario alla sopravvivenza.

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