Una deviazione “senza precedenti nella storia del Patto di stabilità“. Non basta la cortesia istituzionale di Pierre Moscovici, che ha portato a mano al ministro Giovanni Tria la lettera di risposta della Commissione Ue al Documento programmatico di Bilancio inviato lunedì, a mitigarne il contenuto. Che non è ancora una bocciatura (quella, nel caso, arriverà la prossima settimana). Ma prefigura un sicuro giudizio negativo se Roma nella sua risposta da inviare entro lunedì 22 ottobre non cambierà rotta. Cosa che, ribadisce Tria, il governo gialloverde non ha alcuna intenzione di fare. Non solo: Moscovici e il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, che firmano la lettera, avvertono che senza aggiustamenti l’Italia rischia anche una revisione ex post dei giudizi di promozione “con riserva” emessi gli anni scorsi su deficit e debito.

Moscovici: “Sono venuto a fare tre domande. In base alle risposte decidiamo” – I piani dell’Italia, scrivono i due commissari, configurano “una violazione grave e manifesta delle raccomandazioni adottate dal Consiglio europeo, compresa l’Italia, il 13 luglio 2018″. Il Documento programmatico italiano mostra una deviazione “senza precedenti” sia perché prevede “un’espansione fiscale prossima all’1% del pil, ove il Consiglio ha invece raccomandato un miglioramento del saldo strutturale”, sia per “l’entità della deviazione” rispetto al deficit/pil concordato, che vale circa l‘1,5% del pil. Numeri davanti ai quali, ha spiegato Moscovici in conferenza stampa, “sono venuto a fare tre domande. La prima è che ci sono delle spese pubbliche supplementari: chi sarà a pagarle? Chi le finanzierà? La seconda è: possiamo aumentare il deficit quando siamo già molto indebitati? L’Italia ha un debito pubblico del 130%. E’ ragionevole, in queste condizioni, avere un aumento del deficit nominale ma anche strutturale, ovvero indipendente dalla crescita? Il rischio è che, alla fine, saranno gli italiani a impoverirsi, perché quando ci si indebita di più ci sono meno soldi, contrariamente a quanto si pensi, per finanziare l’istruzione, la sicurezza, la giustizia, le infrastrutture. Poi, c’è una terza domanda, politica e giuridica. Le regole non sono stato io a stabilirle, non è stata la Commissione. Ma tutti gli stati membri. E valgono per tutti. La mia domanda è: come farà l’Italia ad applicare le regole, cosa che attualmente non sta facendo?”.

“Spesa pubblica in crescita e peggioramento del saldo strutturale” – “Forse la manovra sarà bella, ma questo è un giudizio estetico“, ha aggiunto Moscovici a Piazza Pulita commentando le affermazioni del premier Giuseppe Conte. “Il problema qui è funzionale, giuridico e politico. E’ una manovra che non rispetta le regole”. E la lettera spiega nel dettaglio perché, dopo aver sottolineato che la “evidente e significativa deviazione” dalla raccomandazioni adottate dal Consiglio ai sensi del Patto di stabilità “è fonte di una seria preoccupazione per l’Unione europea”.

Bruxelles rileva che il Documento di bilancio “prevede un tasso nominale di crescita della spesa pubblica primaria netta del 2,7%, al di sopra dell’incremento massimo raccomandato (0,1%). Il deterioramento strutturale (ricalcolato) nel 2019 ammonta allo 0,8% del pil, il che corrisponde a una deviazione significativa rispetto allo sforzo strutturale dello 0,6% del pil raccomandato dal Consiglio il 13 luglio 2018″. Inoltre “in un contesto in cui il debito pubblico italiano è pari a circa il 130% del pil, la nostra valutazione preliminare indica che i piani dell’Italia non garantirebbero il rispetto della regola di riduzione del debito concordata tra tutti gli Stati membri”.

Rischio di bocciatura retroattiva – La missiva prefigura anche una possibile revisione dei rapporti sulla dinamica del disavanzo e del debito stilati in passato sulla base dell’articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione. Infatti, spiega la Commissione, “il rispetto di massima del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita è stato sempre un fattore rilevante di primaria importanza” di cui si è tenuto conto nelle valutazioni, l’ultima delle quali risale al maggio 2018. Ma “qualora tale conformità non dovesse più essere confermata” le conclusioni “potrebbero necessitare di una revisione“. Insomma: potrebbe essere in arrivo una bocciatura retroattiva.Infine, sottolineano Dombrovskis e Moscovici, per la prima volta “il quadro macroeconomico alla base del progetto di bilancio non è stato approvato dall’apposito organismo indipendente, l’Ufficio parlamentare di bilancio, e questo, in base a una prima valutazione, rappresenta una violazione delle norme Ue. “Vorremmo quindi chiederle di chiarire le ragioni per le quali l’opinione dell’Upb non è stata presa in considerazione”, si legge.

Tria: “Ora si apre il dialogo. Idee diverse su come perseguire obiettivi” – “Ho ricevuto la lettera della Commissione europea. Oggi si apre il dialogo”, ha commentato Tria nel corso di una conferenza stampa con Moscovici al Mef. “Il tono del dialogo tra il governo e la Commissione, che è continuo, va avanti con i toni che vedete questa sera. Altra cosa sono i toni del dibattito politico esterni al dialogo che il governo porta avanti nel suo complesso”. “Ci sono”, ha aggiunto il ministro, “valutazioni diverse su modi attraverso cui perseguire gli obiettivi, ma gli obiettivi europei sono condivisi in generale”. “Senza entrare in una discussione sulle politiche che il governo legittimamente sceglie, l’auspicio di aumentare le spese pubbliche portando il deficit al 2,4% del pil resta oggetto di preoccupazione per la Commissione e molti stati membri”, gli ha replicato Moscovici. Che più tardi, in tv, ha spiegato: “Credo che la spesa pubblica possa stimolare la crescita, ma devo constatare che le vostre previsioni di crescita non sono realistiche, non corrispondono ad alcuna previsione di qualsiasi organismo internazionale”.

La Faz: “Bocciatura se l’Italia non fa marcia indietro” – La Frankfurter Allgemeine Zeitung, nella sua edizione on line, scrive che la Commissione affronterà la decisione sulla manovra italiana già martedì prossimo, nel corso della seduta prevista a Strasburgo. Secondo la testata tedesca, se l’Italia non dovesse fare marcia indietro entro lunedì, la Commissione respingerebbe la proposta di bilancio.

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