Cinema

Zanna Bianca, Toni Servillo è la voce narrante: “Ricordo persino la casa dove ho letto il romanzo quando ero un bambino”

L'attore: "Mi sono emozionato soprattutto narrando la scena della passeggiata in cui il piccolo Zanna bianca è con sua madre ed improvvisamente, immerso nella wilderness della foresta, intuisce il grande mistero della vita: noi passiamo mentre ciò che ci circonda ci sopravviverà”

di Anna Maria Pasetti

Una voce d’autore per un grande classico. Anzi, “il classico” per eccellenza della letteratura americana per ragazzi. È per questo che Toni Servillo ha accolto l’invito a prestarsi quale narratore di Zanna Bianca, il primo film d’animazione ispirato al capolavoro di Jack London in uscita il prossimo 11 ottobre. “Ricordo persino la casa dove ho letto il romanzo quando ero un bambino e ora, rimettendomici dentro, mi sono emozionato soprattutto narrando la scena della passeggiata in cui il piccolo Zanna bianca è con sua madre ed improvvisamente, immerso nella wilderness della foresta, intuisce il grande mistero della vita: noi passiamo mentre ciò che ci circonda ci sopravviverà”. Diviso fra il teatro (“che resta  il mio mestiere principale”) e il cinema (“lo faccio d’estate, mentre l’inverno è dedicato al palcoscenico…”) il grande attore napoletano trova di tanto in tanto lo spazio per qualche doppiaggio (“una delle professioni più dure per l’attore, io non sono uno specialista, e vi assicuro che quando mi mettono un microfono e uno schermo davanti mi tremano le gambe… In Italia ci sono artisti eccezionali nel doppiaggio”) ma solo se ne vale veramente la pena. Ne è valsa, evidentemente, per doppiare la tigre Baghera ne Il libro della giungla così come l’aviatore de Il piccolo principe: “Come rifiutare la voce narrante di Zanna Bianca?”.

Cartoon di produzione francese e regia lussemburghese nelle salde mani di Alexandre Espigares (premio Oscar  per il corto Mr Hublot nel 2013), il film opta per una rivisitazione assolutamente classica nel classico del racconto di formazione rifacendosi alla tradizione animata transalpina per la speciale l’attenzione all’elemento pittorico (grazie alla presenza dell’artista Antoine Poulain), ed in generale a quella pulita, patinata e rassicurante resa popolare dalla Disney. “Non ritengo questa una scelta di retroguardia, anzi credo che guardarsi indietro stia alla base del progresso, se così vogliamo definirlo. Questo film non strizza l’occhio alle malizie, ma procede deciso e intenso dentro alle parole eterne e universali di London. Trovo sia per i bambini e i ragazzi ma anche per i genitori che li accompagneranno l’assist perfetto al (ri)leggere il romanzo, a meditare sui significati ultimi dell’esistere che veicola, quindi sulla vita e i suoi destini, che vanno sempre afferrati e mai subìti”.

A Servillo, che ricorda il suo film d’animazione preferito da bambino (“La spada nella roccia, avevo pochi anni..”) il film di Espigares (coscritto dal bravo Philippe Lloret)  ha ricordato Bambi “quell’opera animata del primo grande trauma infantile” perché anche in Zanna bianca non sono risparmiati i topoisubstanziali nei passaggi dall’infanzia all’età adulta, in primis la separazione dalla madre nella celebre frase “Il tempo delle madri è finito”. Ed ecco dunque comparire la dura legge della vita con le sue responsabilità, i suoi limiti, le sue sfide. La storia di questo mezzo lupo e mezzo cane (il dualismo della specie animale di Zanna bianca è mantenuto intatto nel film) vale dunque per Servillo come luogo fondamentale e fondativo di crescita per chi vi si accosta, “aprendo la curiosità alla lettura non solo di London, fra i capostipiti dei grandi scrittori americani, ma di tutti i classici”.

Da un classico all’altro per l’infanzia, e forse ancor di più di Zanna bianca, è proprio quello a cui il suo amico regista Matteo Garrone sta lavorando. “Sono felice di essere nel Pinocchio di Garrone e qualunque ruolo mi chiedesse non mi tirerei indietro visto il progetto ambizioso e il genio di Matteo” dichiara con esclamativo entusiasmo l’attore scritturato nella parte di mastro Geppetto e che ricorda “l’esperienza del set di Gomorra come una delle sfide più straordinarie e belle della mia vita”. Prima di Pinocchio, comunque, vedremo Toni nell’opera prima del graphic artist Igort , Cinque è il numero perfetto, accanto a Valeria Golino e Carlo Buccirosso. “Rivesto i panni di Peppino lo Cicero, rimarrete estasiati dal lavoro squisitamente cinematografico che sta facendo Igort come trasposizione del proprio segno grafico”.

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