Fallito il primo trapianto di volto a causa della mancata vascolirazzione i medici dell’ospedale Sant’Andrea di Roma hanno deciso di portare nuovamente la paziente sotto i ferri. Come previsto dal protocollo, rende noto l’ospedale, “la paziente è stata sottoposta ad intervento di ricostruzione temporanea con trasferimento microchirurgico di tessuti autologhi (muscoli gran dorsale e serrato anteriore più innesto di cute della coscia)”. Dopo il primo intervento infatti, durato 27 ore, non si è mai attivato il microcircolo nel lembo trapiantato. La 49enne è tornata in terapia intensiva, “è vigile e le sue condizioni generali sono discrete“, ora deve aspettare una nuova donatrice.

“Al momento il lembo è perfettamente vascolarizzato – continuano i medici –  gli esami e le valutazioni effettuate depongono per un decorso regolare”. La ricostruzione temporanea si è svolta “senza alcuna difficoltà, dalle ore 21 del 24 settembre alle ore 2.00 del 25 settembre” si legge nel bollettino dell’ospedale. Questo secondo intervento si è reso necessario dal momento che  nel lembo di pelle trapiantato il microcircolo non si era mai attivato, nonostante la paziente fosse stata sottoposta a una terapia immunosoppressiva antirigetto. Una possibilità che si verifica nel “90% dei casi”, aveva dichiarato all’Ansa il chirurgo che ha effettuato il primo intervento di questo tipo negli Stati Uniti Bohdan Pomahac.

La prima operazione di trapianto era stata realizzata con la collaborazione di una equipe specializzata, tra chirurghi e anestesisti, dopo tre anni di preparazione. L’intervento, che era “tecnicamente riuscito”, viene chiamato “multitessuto” per la sua complessità perché ha riguardato pelle, fasce muscolari e cartilagine. In tutto sono una cinquantina le operazioni di questo tipo tentate a livello globale, una decina delle quali eseguite in Europa, di cui la maggior parte in Francia. In tutto sono una cinquantina le operazioni di questo tipo tentate a livello globale, una decina delle quali eseguite in Europa, di cui la maggior parte in Francia. Da tre anni il Sant’Andrea ha presentato il progetto di trapianto “multitessuto” al ministero della Salute, che lo ha approvato. Prima di sabato non era stato possibile realizzarlo per mancanza di donatori. L’operazione offre una possibilità a pazienti che presentino complessi difetti cui le tecniche chirurgiche tradizionali non garantiscono risultati funzionali ed estetici adeguati: una procedura volta a migliorare la qualità di vita del paziente e facilitarne il reinserimento sociale, quando neoplasie, attacchi di animale, malattie neurodegenerative, ustione o traumi determinino gravi malformazioni del volto.

Articolo Successivo

Spazio, Luca Parmitano torna in orbita: “Spero di ispirare i nostri leader politici”

next