La Serie A riparte, tra le polemiche per il mancato rinvio dopo la strage di Genova e l’entusiasmo per un campionato che, spinto dall’arrivo di Cristiano Ronaldo, si sente pronto a rivivere i fasti del passato, almeno nelle intenzioni. Nel frattempo tutto il resto del calcio italiano è fermo. La Serie B comincia a 19 squadre invece che 22, con i ricorsi di Pro Vercelli e Ternana che attendono una risposta il 7 settembre e potrebbero portare al contrordine. La Serie C intanto ha già fatto slittare di una settimana la prima giornata: per ora conta 59 squadre, con la Juventus unica società ad aver iscritto la sua formazione B. Anche il progetto delle seconde squadre, invocato come parte della grande rivoluzione per far ripartire tutto il calcio italiano dopo l’eliminazione dai Mondiali, per ora rimane fermo.

L’arrivo del 5 volte Pallone d’Oro a Torino è stato la vera linfa che ha ridato vitalità a uno spettacolo stantio. In parte paradossale, perché la Juventus che se l’è preso diventa ancora di più la favorita per lo scudetto, con una ripetitività senza soluzione di continuità che prosegue dal 2012. In molti hanno chiesto di rinviare il suo esordio, e quello di tutta la Serie A, previsto nel giorno del lutto nazionale per le vittime del crollo del ponte Morandi. La Lega ha scelto di non far giocare solo le due genovesi, fissando per il 19 settembre il recupero di Sampdoria-Fiorentina e per il 31 ottobre quello di Milan-Genoa. Tutte le altre squadre in campo, nonostante le polemiche e la presa di posizione anche del vicepremier Matteo Salvini: “Business e interessi televisivi possono attendere”.

Alle 18 di sabato 18 agosto Cristiano Ronaldo è pronto a giocare la prima gara ufficiale con la maglia bianconera. La Serie A torna ad avere il più forte giocatore al mondo: non capitava da tempo, da Maradona al Napoli e dall’altro Ronaldo, il Fenomeno, all’Inter. Con una differenza: Cr7 va a rinforzare la squadra più forte del campionato e quella che ha speso di più anche in questa estate – 234 milioni di euro secondo La Gazzetta dello Sport – comprando Perin, Cancelo, Emre Can e Bonucci. Allora perché entusiasmarsi di fronte a una stagione che pare ancora più scontata delle altre? Perché sfidare questa Juve, per alcuni la più forte di sempre, sa di impresa epica. Ma soprattutto, più razionalmente, perché sono cresciute anche le milanesi, con l’Inter che per i bookmaker Snai è la vera rivale dei bianconeri.

Tutti dietro a Cristiano Ronaldo, quindi, per coprire le lacune del nostro calcio. Dopo di lui, pure Luka Modric è stato tentato dalla Serie A, mentre altri hanno accettato le lusinghe dei club italiani come mai nell’ultimo decennio: tutti vogliono giocare contro il più forte. Così il Milan ha convinto Bakayoko, così i cugini nerazzurri hanno preso Vrsaljko e Keita, due che dalla Serie A erano scappati. Non siamo al livello della Juve, ma a Milano i tifosi hanno ricominciato a sognare, come testimonia il sold out degli abbonamenti per l’Inter: oltre 37mila tessere vendute.

La vera novità è questa: dietro alla Juve di Cr7, non ci sono più solo Napoli e Roma. I partenopei sono quelli che si sono mossi di meno, ma sperano di trovare la concretezza mancante in Carlo Ancelotti. I giallorossi hanno cambiato tanto, puntando soprattutto sui giovani: pane per Di Francesco. Suning ha accontentato Spalletti in quasi tutte le sue richieste. Il Milan si è rianimato con l’arrivo di Leonardo che sa come riportare entusiasmo in una piazza importante e ha presentato subito Higuain. Senza dimenticare la Lazio che si è tenuta Milinkovic-Savic e anche una Fiorentina che spera con il tridente Chiesa-Simeone-Pjaca.

I problemi però cominciano guardando più giù, già a quelle squadre una volta definite di bassa classifica che rendevano la Serie “il campionato più difficile al mondo”. Pure Gasperini, che guida un’Atalanta sorprendete da ormai un biennio, lamenta un mercato triste. Ma sono soprattutto le neopromosse e le “miracolate” della scorsa stagione, dal Chievo alla Spal, a non sembrare all’altezza.

Nulla in confronto alle difficoltà che vivono i campionati minori. Il 24 agosto parte la Serie B a 19 squadre, dopo il caos dei fallimenti, dei ricorsi e dei mancati ripescaggi. Il 7 settembre il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni potrebbe decidere che non va bene, imponendo il ritorno a 22. Potrebbero fermarsi la B, la C e anche la Serie D. E’ probabile non accada, seguendo il buon senso. Ma è il sintomo di un sistema che da anni vacilla tra squadre fallite e buchi da riempire all’ultimo. Buchi che la Serie C doveva colmare con l’arrivo delle squadre B, tornando finalmente al format da tre gironi a 20 partecipanti. Ha accettato solo la Juventus, dopo altre infinite polemiche. Ora le iscritti sono 59: se la situazione nella serie cadetta dovesse rimanere congelata, dovrebbero partire a catena senza patemi anche la C (ma con ritardo) e la D, che si ritrova salvo sorprese il Bari come ospite illustre.

L’arrivo di Cristiano Ronaldo ha ridato entusiasmo, ma non basta per risollevare il calcio italiano. Dopo le promesse di rivoluzione che avevano seguito la figuraccia contro la Svezia, i colpi di mercato della Serie A hanno coperto l’estate dei ricorsi vissuta nelle categorie inferiori. Le seconde squadre invocate come mantra per risolvere la penuria dei vivai giovanili, sono rimaste per ora un’intenzione. Pure il campionato Primavera ha dovuto aspettare le sentenze dei giudici sportivi per conoscere la composizione dei gironi. Adesso comincia lo show: se rispetterà le aspettative, ci sarà da divertirsi. Ma sotto c’è ancora tanto da lavorare.

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