Non ci sarà la bara di Giovanni Battiloro. E nemmeno quella dei suoi tre amici di Torre del Greco. Non ci sarà quella di Denise Vittone. E nemmeno quelle della famiglia Possetti di Pinerolo. Saranno 18 i feretri ai funerali di Stato indetti dopo il crollo di ponte Morandi che, al momento, ha causato 38 vittime. Diciassette bare sono già esposte. I familiari delle altre vittime hanno preferito i funerali privati.

Nelle ore successive alla tragedia, oltre al dolore si mescola la rabbia. Il primo a parlare è stato Roberto, il papà di Giovanni Battiloro, il ragazzo di Torre del Greco morto mentre era in viaggio con altri tre amici: “Mio figlio è stato ammazzato – ha detto l’uomo – lo Stato non ha tutelato i suoi cittadini. Da domani quella legata alla morte di mio figlio sarà una battaglia per trovare i colpevoli della morte di Giovanni, dei suoi amici e di tutti i morti che non possono essere solo un numero”. I funerali di Giovanni e di Antonio Stanzione, Gerardo Esposito e Matteo Bertonati sono stati celebrati nel pomeriggio nella Basilica di Santa Croce, nel paese in provincia di Napoli, dall’arcivescovo Crescenzio Sepe.

“Mio figlio non diventerà un numero nell’elenco dei morti causati dalle inadempienze italiane”, aveva scritto in giornata Roberto Battiloro su Facebook. “Non vogliamo un funerale farsa, ma una cerimonia a casa, nella nostra chiesa a Torre del Greco. È un dolore privato, non servono le passerelle“. A lui si è unita Nunzia, mamma di Giovanni Esposito, che insieme a Roberto voleva arrivare in Francia: “È lo Stato che ha causato questo, non si devono permettere di farsi vedere: la passerella di politici è stata vergognosa”.

Durissimo anche il commento del cardinale Sepe: “Non si può, non si deve morire per negligenza, per incuria, per irresponsabilità, per superficialità, per burocratismo, per inedia, perché questa è la vera violenza, è la violenza contro la persona, contro l’umanità”, ha detto l’arcivescovo durante l’omelia dei funerali. Quello che è accaduto a Genova, ha detto ancora il cardinale, è stato determinato da una “violenza consumata non dal destino ma dalla mano dell’uomo che si sostituisce alla mano di Dio per i propri interessi personali e che diventa una mano che porta morte”.

Così i funerali di Stato, che saranno officiati a Genova dall’arcivescovo Angelo Bagnasco alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, rischiano di essere una cerimonia dimezzata dal dolore e dal risentimento per quanto accaduto. Il presidente della Cei invita alla riflessione: “E’ una scelta dei familiari ai quali va tutto il rispetto, e che certamente farà pensare chi di dovere”.

Luigi Di Maio si schiera con le famiglie: “Domani saremo ai funerali solenni delle vittime del ponte Morandi – scrive il vicepremier in una lettera inviata ai parlamentari M5s – Abbiamo voluto i funerali solenni, decisi nel consiglio dei ministri, perché pensiamo che sia il minimo atto di vicinanza alle vittime, ma non posso biasimare le famiglie che hanno scelto di celebrare i funerali nel proprio comune di appartenenza, anche in dissenso con uno Stato che invece di proteggere i loro figli, ha preferito per anni favorire i poteri forti”.

Hanno detto di no alle esequie con le istituzioni anche i parenti della famiglia Possetti di Pinerolo: Andrea Vittone è morto assieme alla moglie Claudia Possetti: si erano sposati il 23 luglio scorso ed erano in viaggio con i due figli di lei, Camilla (12 anni) e Manuele (16 anni): i loro funerali saranno in forma privata a Pinerolo. E di Stella Boccia che sarà portata a Foiano della Chiana (Arezzo) dove oggi alle 15 si svolgeranno le esequie con rito evangelico. Lo stesso hanno deciso anche i familiari di Elisa Bozzo, la trentaquattrenne di Busalla (Genova): “Quelle cose pubbliche non mi piacciono”, ha spiegato la madre al quotidiano piemontese.

Anche per Francesco Bello, originario di Serrà Riccò (Genova), e i coniugi Alessandro Robotti e Giovanna Bottaro di Arquata Scrivia (Alessandria) i parenti hanno scelto le esequie private. Funerali separati invece per il fidanzato di Stella, il peruviano Carlos Jesus Erazo Trujillo, 27 anni: la sua sarà una delle bare schierate davanti al presidente della Repubblica. Si sono svolti questa mattina a Pisa invece i funerali di Alberto Fanfani e Marta Danisi. Le esequie si sono svolte nella parrocchia dove la giovane infermiera cantava nel coro e dove a maggio dell’anno prossimo avrebbe sposato l’anestesista conosciuto durante i suoi anni di lavoro all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Aoup) prima di trasferirsi ad Alessandria.

In ogni caso, domani alle 11 l’Italia si fermerà per onorare le vittime della tragedia del ponte Morandi a Genova. Una giornata di lutto nazionale nella quale l’arcivescovo del capoluogo ligure celebrerà i funerali nel padiglione Jean Nouvel della Fiera. C’è attesa per l’omelia del porporato che ha parlato di una necessità di “onestà morale” perché “ognuno di noi deve rispondere delle proprie azioni”. Lo Stato sarà presente con le sue massime cariche ovvero il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati. Al loro fianco anche i vertici del governo Lega-M5s. “Noi ci saremo, non lasciamo sola Genova”, ha assicurato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

 

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