“I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. E nemmeno agli zingari: scendete alla prossima fermata, perché avete rotto i coglioni”. È l’annuncio dato da un altoparlante di bordo di un treno regionale di Trenord che martedì, poco prima dell’una, stava viaggiando da Milano per Cremona e Mantova. Tutti i passeggeri lo hanno sentito: a segnalarlo, però, è stato un ricercatore 32enne, cremonese, che lavora a Milano. “Stavo tornando a casa – racconta – Ho sentito quelle parole così gravi e ho guardato subito l’orologio”. La voce era femminile. Il viaggiatore si chiede inoltre se “tanto l’utilizzo della parola ‘zingari’ quanto il successivo ‘avete rotto…’ non costituiscano palesemente linguaggio discriminatorio.
Ciò non può essere accettato da parte di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e nel contesto di un servizio finanziato con le tasse dei contribuenti. Sono pertanto convinto che Trenord debba dissociarsi e chiedere scusa pubblicamente per l’accaduto”. Accanto alla dipendente, che ora rischia il posto di lavoro, si schiera invece il ministro dell’Interno: “Invece di preoccuparsi per le aggressioni a passeggeri, controllori e capitreno, qualcuno si preoccupa dei messaggi contro i molestatori. Viaggiare sicuri è una priorità!”, ha scritto su Twitter Matteo Salvini.
Alcuni pendolari, una volta in stazione, hanno invato a Trenord un reclamo con la spiegazione dettagliata di quanto accaduto. Trenord, dapprima esce una nota più prudente: “Il dispositivo con cui si lanciano questi avvisi non è in cabina. È accessibile anche ai passeggeri che attraverso una manomissione potrebbero utilizzarlo”. Poi, dopo alcune verifiche, esclusa la manomissione, la società ha ringraziato “il cliente per la pronta segnalazione” definendo l’accaduto “grave e inqualificabile”. L’azienda che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia ha avviato un’indagine interna e ha individuato la dipendente che ha pronunciato quelle frasi. Sono al vaglio i provvedimenti: la sanzione può arrivare al licenziamento.
Un collega sentito da Ilfatto.it, che preferisce restare anonimo, pur non giustificando la donna, dice di comprenderla: riferisce di numerosi episodi che ogni giorno “degenerano” e che hanno “per protagonisti gruppi di immigrati che pretendono di viaggiare senza biglietto”. In questo caso, tuttavia, come detto si trattava di rom, i quali per la maggior parte sono cittadini italiani. Ad ogni modo, in questi casi, i controllori, continua l’operatore di Trenord, “educatamente chiedono loro di alzarsi e scendere alla fermata successiva, e che ricevono per tutta risposta insulti, quando non viene inutilmente tirata in ballo la parola ‘razzista’”.
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