La stilista Carlotta Benusiglio è morta “con grande probabilità” a causa di una “asfissia prodotta da impiccamento” e sul cadavere riesumato non c’erano “lesioni” riconducibili ad un “eventuale strangolamento, parziale o totale, con successiva sospensione del corpo”. È quanto scritto dai medici legali nell’ultima perizia sulla morte di Carlotta Benusiglio, l’ex modella e stilista ritrovata impiccata con una sciarpa a un albero in piazza Napoli, a Milano, il 31 maggio 2016. A due anni dalla scomparsa, i medici confermano quindi la “natura suicidiaria dell’evento”. Al momento per la sua morte è indagato per omicidio volontario il fidanzato Marco Venturi.

La Procura di Milano aveva disposto nel dicembre 2017 la riesumazione del cadavere e una seconda autopsia per trovare ulteriori indizi all’ipotesi di omicidio. La famiglia Benusiglio non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio e si è opposta all’archiviazione chiesta dalla Procura. Nei mesi precedenti alla sua morte, infatti, la 37enne – dopo molteplici chiamate al 118, di corse al pronto soccorso, di paura, di lacrime – aveva deciso di denunciare Venturi. Nel tempo, infatti, la stilista aveva subito la frattura di un dito, una microfrattura della mandibola e in un altro caso ha ricevuto un colpo al basso ventre che le ha provocato danni interni.

Il fidanzato 41enne aveva trascorso la nottata con lei, in una lunga e complessa inchiesta (prima in mano ad un pm e poi ad un altro) ed è passato dalla posizione di persona informata sui fatti, col fascicolo in via di archiviazione, a indagato per istigazione al suicidio fino ad accusato di omicidio volontario aggravato.  A febbraio, poi, il gip Alfonsa Ferraro ha disposto nuovi accertamenti con la formula dell’incidente probatorio e con la riesumazione della salma. Nella stessa relazione, da poco depositata dai medici legali Elena Invernizzi e Giovanni Pierucci, infatti, viene evidenziato come la prima autopsia aveva concluso per una “asfissia meccanica da impiccamento” e per la tesi del suicidio, mentre in una successiva consulenza richiesta dal pm Gianfranco Gallo si diceva che gli “elementi a disposizione sono conciliabili sia con l’ipotesi di impiccamento sia con quella di strangolamento immediatamente seguito da sospensione del cadavere”.

Nel frattempo, poi, agli atti è finita anche una consulenza sulle immagini di due telecamere di sorveglianza prodotta dai legali della famiglia Benusiglio, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, che si sono sempre battuti perché il caso non venisse archiviato. Ora nella nuova perizia gli esperti confermano, in sostanza, l’ipotesi del suicidio. In un passaggio fanno riferimento a dati compatibili “con la assenza di manovre di strangolamento (ad opera di terzi) e successivo impiccamento, nonché con l’assenza di tracce di impiccamento attuato da terze persone” e compatibili, invece, con “manovre di autoimpiccamento“.

Nei mesi scorsi, la polizia scientifica e la squadra omicidi di Milano avevano fatto nuovi accertamenti simulando la scena della morte di Benusiglio. Gli investigatori avevano quindi recintato i giardinetti di piazza Napoli e ricostruito la dinamica dell’ipotizzato omicidio appendendo un manichino dello stesso peso di Carlotta, messo nella stessa posizione. Le ginocchia piegate e i piedi a terra: posizione singolare per chi sceglie di suicidarsi con queste modalità. Gli uomini della Omicidi avevano anche ricostruito tutti i suoi presunti movimenti nella notte tra il 30 e il 31 maggio, dall’appartamento in cui viveva ai giardini di piazza Napoli dove venne ritrovata da un passante. Una consulenza, inoltre, aveva cercato di approfondire e cristallizzare l’orario esatto in cui Benusiglio risultava pendere all’albero, ormai senza vita. Secondo gli investigatori, stabilire il momento della sua morte è un elemento decisivo per accertare eventuali responsabilità del suo fidanzato.

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