Dopo aver “scucito” 25 miliardi di dollari negli Usa, a Volkswagen il miliardo di euro di multa inflitto dalle autorità tedesche per il caso dieselgate sembrerà cosa da poco: tanto che la multinazionale di Wolfsburg ha fatto sapere che non farà alcun tipo di ricorso. La sanzione è stata comminata dalla Procura di Braunschweig.

Tuttavia il miliardo di euro in questione, uscirà dalla porta per rientrare dalla finestra: infatti, il conto da pagare sarà versato nelle casse del Land della Bassa Sassonia, che è anche il secondo azionista di Volkswagen ed ha un posto nel Consiglio di Sorveglianza dell’azienda. Un meccanismo che ricorda determinate dinamiche nostrane, più che l’ineccepibile e presunto rigore tedesco.

Ad ogni modo, la multa servirà a sanare le violazioni in tema di obblighi di controllo aziendale e gli illegittimi benefici economici derivanti dal defeat device presente sulle auto vendute (che altrimenti sarebbero risultate invendibili perché fuori legge in termini di emissioni inquinanti e, quindi, non omologabili). Ora la speranza dei legali VW è che la multa tedesca serva a placare gli animi nel resto d’Europa, dove molte associazioni dei consumatori sono ancora sul piede di guerra e pretendono gli stessi risarcimenti accordati agli utenti americani. Una prospettiva assai remota.

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori italiana, la sanzione “dimostra come l’Italia continui ad essere la Cenerentola anche d’Europa nella tutela dei diritti dei consumatori”. In effetti, da noi l’Antitrust ha multato il gruppo tedesco per appena 5 milioni di euro.

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