“L’onestà intellettuale del giornalismo” e una foto, con un uomo con la pettorina “press”e una videocamera-pistola che apre il fuoco contro un uomo con un giornale al posto della faccia. Risponde così Beppe Grillo al fact-checking del curriculum di Giuseppe Conte, il premier proposto da M5s e Lega e convocato al Quirinale nel pomeriggio, e si rivolge direttamente a Luigi Di Maio: “Hai tutto il mio appoggio”.

Se la prende con i giornalisti – che tempo fa voleva mangiare per poi vomitare – per il “futile” e “maligno gossip-check-up”. Un colpo di coda della “casta che decade” e “si agita per punto istinto di sopravvivenza”. Di più: “Un pozzo nero intasato di coscienze sempre asservite e mai servite a nulla”, scrive Grillo sul suo blog. “Ma cosa possono fare di meglio pur sconfinati eserciti di Yes Man?”, si chiede nel post il comico genovese.

“L’idea stessa che noi e la Lega siamo in procinto di generare una nuova forza di governo, in grado di rappresentare stabilmente un faro sempre fisso in Europa per tutti coloro che vi si smarriscono nell’avvilimento, ha scatenato i media in un’ultima offensiva – continua il garante dei Cinquestelle – Si un’offensiva, nel senso che offende la mente di chiunque sia curioso di conoscere meglio questa nuova realtà, senza nasconderla con i rigurgiti dal trapassato remoto di figure patetiche e guascone“.

Quindi l’invito a Di Maio: “Luigi hai tutto il mio appoggio, dobbiamo soltanto resistere a questo ulteriore rilancio di calunnie, è soltanto la paura di chi non si è mai voluto giocare qualcosa in cui credesse veramente nella vita, di gente che crede di essere coperta da un vaccino per le sconfitte; niente di più”, conclude. Per Grillo, si tratta di “gente incapace di leccarsi le ferite” che preferirebbe “lasciarsi travolgere dalla gelosa invidia“, mentre i partiti sono “ancora lividi in volto per la stangata di marzo, cui va aggiunta la recente tornata elettorale in Val d’Aosta, che hanno schiacciato al livello della Bonino i partiti di plastica (non mi sento neppure di nominarli oramai, è una questione di igiene personale)”.

A marzo, il Paese “si è espresso molto chiaramente affinché le zampate di una finanza mannara fossero allontanate dall’economia, dalle loro vite”, aggiunge il garante del Movimento definendo l’Europa “un campo di concentramento monetario” che, spiega, i Cinquestelle vorrebbero far “davvero diventare un’unione di culture ed intenti”. Un altro attacco, che si inserisce nel solco di recenti interventi sul referendum consultivo per l’uscita dall’Euro. “La casta era acciaccata ma il popolo italiano ha chiesto ancora di più dalle urne, ha compreso quanto sia necessario rivedere le clausole “europee” – scrive – Ha chiesto di colmare il vuoto di politica e condivisione che definisce l’Europa: esseri umani a far da garanzia per una moneta fantasma che richiede vincoli e non concede nulla a chi vuole fare impresa”.

In questo modo, aggiunge ancora, M5s e Lega sono “cresciuti e i serventi della finanza sono stati minorizzati ed umiliati. Purtroppo essere sconfitti non basta a menti bifolche, è gente incapace di cambiare, perché non ha nulla da cambiare. Se tu devi cambiare qualcosa è necessario innanzitutto che esista quella cosa: un’idea, una visione del paese; ma se non ce l’hai mai avuta cosa cambi?”.

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