Per l’incidente di domenica alle Acciaierie Venete di Padova, la procura ha deciso l’iscrizione nel registro degli indagati di 7 persone. Sotto inchiesta, stando a quanto scrive l’Ansa, ci sarebbero i vertici dell’azienda, quelli della sicurezza, e i rappresentanti legali di alcune ditte che lavorano in appalto. Al momento, si tratta di un’iscrizione “tecnica”, necessaria per l’affidamento da parte del pm della perizia sui macchinari.

Nell’incidente sono rimasti feriti 4 operai, due dipendenti dell’azienda e due della Hayama Tech, ditta esterna attiva nello stabilimento di Padova. Due operai – Marian Bartu e Sergiu Todita – hanno riportato ustioni su tutto il corpo e sono ricoverati in condizioni critiche negli ospedali di Padova e Cesena. Un altro è ustionato sul 13% del corpo e il quarto è stato dimesso la sera stessa della tragedia con una prognosi di 15 giorni.

Secondo quanto ricostruito finora, alle 7.50, una siviera con 90 tonnellate di acciaio fuso si è sganciata mentre era in movimento crollando al suolo. L’impatto ha provocato l’apertura della “cesta” con la fuoriuscita di una “bolla di vapore” che ha travolto i due feriti più gravi e lo sversamento di diverse tonnellate di materiale incandescente i cui schizzi ha colpito altri due operai.

Giorgio Gallo, dipendente e delegato Fiom-Cgil dello stabilimento, tra i primi a soccorrere i feriti, ha raccontato che “sembravano ‘fusi’”: “Il calore tremendo gli aveva lasciato addosso solo le scarpe e brandelli dei pantaloni“. Assieme a lui si sono salvati altri cinque lavoratori che si trovavano all’interno del capannone, attuale sotto sequestro da parte della magistratura padovana.

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