Nel primo giorno di riunione del nuovo Consiglio regionale Lombardo per far piacere ai cittadini hanno ridotto i ticket sanitari. Misura certamente da campagna elettorale che va rispettata se a bilancio. Il problema è che occorrerebbe non estraniarla da una riforma vera da applicare al più presto. Ricordo che l’ultima è stata portata a termine da quel Fabio Rizzi di cui non si sente più parlare. Risparmio di soldi veri dei cittadini, altro che riduzione del ticket di immagine.

Così ci si meraviglia come strutture private accreditate con il sistema nazionale possano fare liberamente quello che vogliono senza che nessuno, a cominciare dai cittadini, dica qualcosa. Mi viene da citare la Casa di Cura S. Pio X di Milano che da tempo chiude reparti in modo tale da farla diventare gradatamente polo di ostetricia e ginecologia da un lato e ortopedico dall’altro. Una trasformazione in atto da quando è entrata nella galassia sanitaria di Rocca-Humanitas.

Certo i Drg ortopedici sono elevati e redditizi ma in Regione chi controlla gli accreditamenti? Qual è il sistema che equipara pubblico e privato? Perché il privato accreditato non ha gli stessi reparti del pubblico?

Io sono a favore del privato accreditato, a patto che si abbiano gli stessi oneri ed onori, ma toglierei l’accreditamento immediatamente a una struttura di territorio che non abbia il pronto soccorso (la Pio X non l’ha mai avuto) e chiuderei immediatamente il privato accreditato che fa tante visite private relegando quelle con la mutua a poche unità (qualcuno controlla cosa succede in Pio X?).

D’altronde in sanità i politici continuano a prendere in giro i cittadini. In un’altra Regione, la Liguria, guidata da una giunta simile a quella lombarda, succede che vengano arrestati undici dirigenti corrotti. Toti dice: “Una mela marcia non fa la qualità della sanità ligure, che è fatta di professionisti seri, di migliaia di persone oneste che fanno il proprio lavoro”. Bastava , per non mangiare quella mela marcia, che avesse letto con attenzione qualche tempo fa. Bastava controllare gli appalti che sono “truccati” da sempre e non meravigliarsi ancora una volta, difendendo il sistema. Corrotto.

La distribuzione reale delle risorse e dei reparti e il controllo dei soldi che ne derivano (l’ospedale pubblico in perdita perenne perché è oberato di lavoro anche senza guadagno mentre la struttura privata accreditata viene autorizzata a tenere aperti solo reparti che fanno guadagnare) insieme al controllo della spesa pubblica in sanità può portare a una svolta reale. Il giochetto propagandistico dei ticket ormai fa ridere. Per non piangere.

E non dimentichiamo i vari casi che riguardano primari ancora irrisolti, che partono in Regione Lombardia tanti anni fa in concomitanza del “sistema Formigoni” (Santa Rita, San Raffaele, Stamina ecc) e che – in alcuni casi – rimangono ancora di attualità.

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