Lo scorso 26 febbraio 2018, il Consiglio Comunale della mia città, Faenza, ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno riguardo al Trattato sulla proibizione delle Armi nucleari proposto da Ican, Premio Nobel per la Pace 2017. Prossimamente il sindaco di Faenza firmerà simbolicamente il Trattato e chiederà che anche l’Italia firmi e ratifichi il Trattato (per chi volesse, qui il video dal minuto 37)

E’ questa la campagna #ItaliaRipensaci, ideata dalla rete Rete italiana per il disarmo e Senzatomica, rispondendo agli appelli dei sindaci di Hiroshima e Nagasaki e alle preghiere degli Hibakusha, i sopravvissuti dei bombardamenti sulle due città giapponesi: si chiede a tutti gli enti locali, associazioni e semplici cittadini di firmare simbolicamente il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Tale accordo è stato infatti boicottato dalle potenze nucleari (Stati Uniti, Russia, Regno, Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele, Nord Corea) e dai loro partner, tra cui l’Italia che si è rifiutata di prendere parte ai negoziati, di firmare e ratificare il Trattato.

L’Italia non produce armi nucleari, ma ospita nel suo territorio più armi nucleari rispetto a qualsiasi paese europeo (e delle quali non si sa nulla, visto che il Pentagono nell’agosto 2017 ha deciso di secretare anche le poche informazioni finora disponibili, relative ai report sulla sicurezza degli arsenali). La Nato ha ufficialmente motivato il proprio no al testo dell’accordo con necessità di sicurezza globale.

Appunto di sicurezza globale stiamo parlando, anzi, della stessa sopravvivenza dell’umanità. Sono circa 15mila le testate ancora presenti nel mondo, oltre il 90% delle quali è negli arsenali di Stati Uniti e Russia. Diverse centinaia di testate russe e statunitensi sono tenute in stato di allerta massima, pronte ad essere lanciate in pochi minuti. Si tratta di armi terribilmente distruttive, le più disumane e indiscriminate che siano mai state inventate, sia per il livello di devastazione che causano, sia per la ricaduta radioattiva. Semmai servisse ricordarlo, quando una bomba nucleare esplode, tutto ciò che si trova vicino al “ground zero” viene vaporizzato.

I danni sono tremendi anche a distanza di chilometri e chilometri, aumenta il rischio di sviluppare il cancro, aumentano le malattie croniche e i danni genetici che persistono anche nelle generazioni successive. I bambini, specialmente le bambine, e le donne sono i più colpiti da questi danni. Scenari catastrofici come vengono descritti dall’Ican: “Una sola arma nucleare fatta esplodere su un’area popolata potrebbe causare milioni di morti, oltre a sconvolgere il clima globale. distruggendo i raccolti agricoli e portando ad una gravissima carestia. Nelle città colpite dalle esplosioni nucleari si svilupperebbero vasti incendi: il fumo salirebbe nell’alta atmosfera e finirebbe per avvolgere l’intero pianeta.

E questa copertura porterebbe a un abbassamento delle temperature, a un oscuramento della superficie terrestre, accompagnato da siccità: le colture agricole ne sarebbero devastate e milioni – o forse miliardi – di persone sarebbero esposti al rischio di una morte per fame”. La Croce Rossa e altre organizzazioni di assistenza umanitaria hanno ripetutamente dichiarato che, nel caso della detonazione anche di una sola arma nucleare, non sarebbe possibile fornire una sufficiente assistenza umanitaria. Figuriamoci nel caso scoppiasse una guerra atomica!

E’ questa la sicurezza globale che la Nato e tutte le potenze nucleari del mondo vogliono difendere? Come se non fosse bastato il sacrificio di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Ma non solo in guerra è stata usata la bomba atomica: duemila armi nucleari sono state fatte esplodere in sperimentazioni militari, nell’atmosfera, sottoterra o in aree marine, causando gravissime conseguenza a persone e all’ambiente.

Il 7 luglio 2018, a un anno dall’adozione dello storico Trattato, la campagna organizzata da Senzatomica e Rete Disarmo vorrebbe consegnare al Presidente del Consiglio una valanga di Ordini del Giorno approvati dal maggior numero possibile di Enti Locali italiani. Chiedete anche ai vostri sindaci di aderire alla campagna!

“Supplico i leader di tutto il mondo: se amate questo pianeta, firmate questo trattato!” Setsuko Thurlow, sopravvissuto di Hiroshima.

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