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Igor il russo, i sospetti degli investigatori spagnoli: “Lavorava per una banda che ha fatto entrare terroristi islamici in Europa”

Secondo l'Unidad de drogas y crimen organizado, Norbert Feher era organico a un "gruppo criminale d'élite" che ha fatto entrare in Spagna diversi pericolosi terroristi islamici provenienti dal Nord Africa, per poi aiutarli a raggiungere Francia e Belgio
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Igor il russo lavorava per una banda che ha introdotto terroristi in Europa. E’ quanto sostiene una segnalazione dell’Udyco, l’Unità che si occupa di droga e crimine organizzato, inviata ai carabinieri di Bologna nelle scorse settimane. Non solo le rapine e gli omicidi, c’è un’altra ombra ingombrante nel passato del killer di Budrio, arrestato in Spagna a dicembre dopo aver replicato nelle campagne vicine ad Andorra gli assassini della scorsa primavera in Emilia-Romagna.

Secondo l’Unidad de drogas y crimen organizado, Norbert Feher era organico a un “gruppo criminale d’élite” che ha fatto entrare in Spagna diversi pericolosi terroristi islamici provenienti dal Nord Africa, per poi aiutarli a raggiungere FranciaBelgio. Secondo quanto riporta La Repubblica, vecchie mail e messaggi Facebook ci sono diversi scambi con marocchini che i carabinieri hanno geolocalizzato tra Bologna, Milano, Valencia e Malaga. Controlli incrociati portano a rintracciare alcuni dei magrebini e la pista porta in Spagna, da dove arriva la risposta: sono oggetto di indagine.

Ad avviso degli investigatori iberici, si finanziano con il traffico di droga per poi far entrare presunti terroristi in Europa. Non risultano affiliati all’Isis ma non mancano supporto logistico e fornitura di documenti falsi. E con loro Igor ha lavorato quando si trasferì in Spagna tra l’autunno 2015 e il giugno 2016: faceva il corriere “a contratto”. Poi rientra in Italia e ricompare nelle cronache l’1 aprile dello scorso anno quando a Budrio uccide il barista Davide Fabbri.

E’ l’inizio dell’escalation di violenza, proseguita con l’omicidio della guardia ecologica Valerio Verri e il ferimento del poliziotto Marco Ravaglia in provincia di Ferrara. Scatta la caccia all’uomo, ma Igor il russo – che in realtà è nato a Subotica, in Serbia, nel 1981 – scompare. Carabinieri, polizia e militari lo cercano in Emilia-Romagna, battono palmo a palmo la “zona rossa” dove tutti credono che si nasconda.

 

Invece lui è scomparso, se n’è andato in Spagna. A Malaga. Lì riappare il 6 dicembre, ma nessuno sa che è lui. Otto giorni dopo uccide un pastore e due agenti della Guardia Civil. Poche ore più tardi viene arrestato. La sua fuga finisce così. Ma non tutti i dubbi sul suo passato e i suoi “giri” criminali sono ancora stati sciolti.

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