Durante la Prima Repubblica godevano di grande prestigio i cosiddetti “indipendenti di sinistra”, personaggi d’alto profilo intellettuale insofferenti delle discipline di partito. Agli albori della Terza (ammesso che non si passi alla Quarta nel giro di pochi mesi) stanno facendo capolino i “post-indipendenti di incerta provenienza”. Meno fascinosi ma sempre ascrivibili alla logica del fiore all’occhiello.

Per una volta si può cominciare con Matteo Salvini e la sua coppia di dobermann anti moneta comune europea: Claudio Borghi, “ex fattorino, ex agente di cambio, ex broker, ex manager della Deutsche Bank, ex docente a contratto di Economia e mercato dell’arte all’Università Cattolica, dove è stato studente serale, ora responsabile del dipartimento economico della Lega 3.0” (bio di Cristina Giudici), e Alberto Bagnai, professore associato nell’Ateneo di Chieti e Pescara, la nostra Stanford. Il primo si candida a Siena e Arezzo, l’altro in Abruzzo e Lazio. Due accaniti, nonostante il tema “uscita dall’euro” si sia non poco appannato, con buona parte dell’italico arco politico in pellegrinaggio tra Berlino e Bruxelles.

In particolare Bagnai mantiene ancora un certo abbrivio mediatico con le sue tirate nostalgiche sulla liretta svalutata/svalutabile. Sarà ricordato dai posteri quale inventore di un nuovo paradigma competitivo. Dopo la “sharing economy” (economia della condivisione) il suo modello di “mercy economy” (economia della carità, rivisitazione della nobile tradizione dei magliari abruzzesi); in cui emiri e signori del petrolio impietositi dall’Italietta, paese trasformatore costretto dal nostro Krugman a comprare materie prime con una valuta ridotta a carta straccia, ci faranno l’obolo di qualche gallone di greggio. O magari accetteranno in pegno una squadra di calcio della nostra serie A, anch’essa declassata. Possibilmente milanese.

Va detto che Silvio Berlusconi stenta a tener dietro al tourbillon dell’odiato alleato Salvini. Sono passati i tempi in cui ingaggiava il meglio dell’intellighenzia con cartellino del prezzo (l’ex trotzkista Coletti, l’ex maoista Rebuffa, il sempre confindustriale Urbani). Ora lo smemorato di Arcore, nell’ormai endemico stato confusionale, sovrappone curricula; scambiando basse cucine calcistiche in titoli accademici: il latinorum auto-giustificatorio del furbetto capitolino Claudio Lotito (pecunia non olet) testimonierebbe approfonditi studi antichisti; un passato da antennista di Adriano Galliani certificherebbe competenze multimediali.

Difatti se si vuole trovare un’effettiva politica culturale meglio rivolgersi all’astro nascente Luigi Di Maio. Da bravo esperto di Wikipedia il leader pentastellato, dopo un po’ di usati sicuri, come il sociologo del fancazzismo Domenico De Masi (apologeta dell’ozio alla faccia di una disoccupazione nazionale a due cifre) e qualche politologo NeoLib della Luiss (che gli ha insegnato ad abbellire lo sbaraccamento del welfare chiamandolo “disintermediazione”), ora si lancia a fare il talent scout: ecco dunque l’arruolamento dell’economista di Pretoria Lorenzo Fioramonti; l’italo-sudafricano, già all’orecchio del complottista finanziario stellare (ma non penta) George Soros, che illustra al M5S il varo del reddito di cittadinanza al modico prezzo di 70 miliardi (che lui troverà. Anche se non sa dove). Più la sociologa Cinzia Boniatti, impiegata della provincia di Trento; comunque in grado di informare il candidato premier kennediano di Pomigliano (sulla scia di JFK nel costruire il suo “progetto Camelot” di chiamata a raccolta dell’intellighenzia nazionale) che lo “psicologo Gallini” era in effetti un proprio collega: “il sociologo Luciano Gallino”.

Purtroppo manca, in questa parata di Adriani Olivetti rinati, un precursore quale Matteo Renzi. La sua Leopolda 8 è stata disertata dai chierici di corte, frequentatori abituali in passato (quanto formidabili sensori di navi che affondano). Gli rimane solo lo psicanalista lacaniano Massimo Recalcati (nella foto), esponente di quella scuola di pensiero oracolare che mise radici a Milano; e con il precursore Armando Verdiglione finito nelle patrie galere per circonvenzione d’incapace. Comunque, dato l’appesantimento da grasso ansioso che affligge il leader Pd, Recalcati potrà essergli prezioso grazie agli studi sulla bulimia e “i disturbi alimentari che riflettono il carattere iper-edonista” del paziente (da Un cammino nella psicanalisi, Mimesis 2016).

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