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Woody Allen, Washington Post: “Negli appunti l’ossessione per le minorenni”

Un'analisi che scaturisce dalla lettura di documenti contenuti in 56 scatoloni ai quali ha avuto accesso Richard Morgan, giornalista freelance che ha pubblicato le sue riflessioni sul prestigioso quotidiano

di F. Q.

Una storia antica che ritorna quella di Woody Allen. E dopo lo scandalo Weinstein la figura del regista che ha sposato la sua ex figlia adottiva ed è stato protagonista di una lunga battaglia con la ex moglie Mia Farrow è tornata di nuovo nel centro del mirino. Sul Washington Post il ritratto del regista celebrato e premiato è quello di un misogino, ossessionato dalle donne ma, ancora di più, dalle minorenni. Un’analisi che scaturisce dalla lettura di documenti contenuti in 56 scatoloni ai quali ha avuto accesso Richard Morgan, giornalista freelance che ha pubblicato le sue riflessioni sul prestigioso quotidiano.

Stando a quanto racconta, sarebbe lui il primo ad avere avuto accesso a quelli che vengono chiamati i ‘Woody Papers‘: 57 anni di archivio personale del regista, documenti e sceneggiature raccolte dal 1980 e donate all’università di Princeton, nella Firestone Library. Secondo il giornalista, proprio in quelle sceneggiature emergerebbe la natura ossessiva di Allen nei confronti delle giovanissime, possibilmente minorenni. In quasi ogni documento si legge di approcci di uomini maturi con ragazzine. Nella bozza di una storia si legge di un 45enne affascinato dalle giovani e di fianco si legge l’appunto (poi cancellato) “sono io”. Una passione che di certo Woody Allen non ha mai nascosto, ma nei documenti ritrovati si va anche oltre. C’è una finta intervista in cui racconta di “aver dovuto fare sesso con Jane Margolin per avere performance decenti sul set. Ho fatto quello che dovevo, ma in maniera professionale”. E poi, punto più che mai sotto i riflettori nell’era del #MeToo, un riff ad accompagnare una foto della socialite spagnola Nati Abascal, che lavorò con lui in ‘Bananas’: “Può recitare? Sì, ho imparato, specialmente in sua difesa. Mi ha bloccato la mano mentre la allungavo verso la sua coscia e portavo il suo ginocchio verso il mio inguine. Ho tirato fuori il contratto dalla mia tasca e lo abbiamo firmato, ma non prima di averle parlato degli obblighi sessuali che fanno parte del lavoro di ogni attrice che recita con me“. “Presto – scrive ancora Allen – si abituò ai miei modi, consapevole del mio ruolo di figura paterna sul set (un regista è proprio questo), le ho permesso di venire da me a parlarmi dei suoi problemi. Quando non si è presentata, sono andato io da lei con i miei”.

Il quadro tracciato da Richard Morgan è tutto volto a dimostrare come le fantasie artistiche di Woody Allen si siano riflesse nella sua vita privata. Gioco facile, in questo caso, visto che nel curriculum del cineasta americano ci sono la separazione dall’attrice Mia Farrow e il conseguente fidanzamento con la loro figlia adottiva Soon-Yi Previn, oltre alle accuse di molestie dalla figliastra Dylan. I documenti ritrovati però, fino a eventuali conferme o smentite da parte delle dirette interessate, si limitano ad essere appunti e copioni di fantasia. E questa, di certo, non può essere processata.

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