Audi RS 5, la super-GT “understated”

Quando Walter de Silva disegnò la prima generazione della A5 la definì come la più bella auto che avesse mai realizzato, connubio ideale tra la tecnologia tedesca e lo stile italiano. Con una base di partenza del genere non poteva che far bene il buon Marc Lichte, il nuovo capo del design Audi: l’impostazione è rimasta la medesima, ma ora la coupé ha un piglio più sportivo, con una calandra anteriore più bassa e larga. A questo la “cura RS” aggiunge parafanghi più muscolosi (+15 mm) e un paraurti anteriore più aggressivo.

Da Ingolstadt fanno sapere che “la nuova Audi RS 5 Coupé rappresenta la Gran Turismo tra i modelli della gamma Audi Sport”, combinando insieme le ragioni della praticità quotidiana, del design e delle performance. In effetti la spaziosità dell’abitacolo e la capacità di carico del bagagliaio sono simili a quelli di una berlina come la A4. E se lo stile non lascia indifferenti, le prestazioni beneficiano di un pacchetto tecnico di tutto rispetto: nel passaggio generazionale la RS5 è dimagrita di 60 kg ed è ora spinta da un poderoso V6 2.9 biturbo da 450 Cv e 600 Nm di coppia; la potenza è rimasta la medesima del modello precedente col V8 4.2 atmosferico, ma la coppia è salita di 150 Nm grazie alle “fate turbine”, installate all’interno della V formata dalle bancate.

Il rango elevato della RS5 passa anche per le soluzioni meccaniche: il motore è montato longitudinalmente, all’avantreno ci sono sospensioni a quadrilatero e la trazione integrale sfrutta un differenziale centrale autobloccante con attuatore elettrico per la ripartizione della coppia motrice fra gli assali (un altro differenziale autobloccante a gestione elettronica è opzionabile per l’asse posteriore e permette di fare piccole derapate controllate). Il cambio invece prevede un’unità con convertitore di coppia a 8 rapporti con innesti ottimizzati e Launch Control. Naturalmente le prestazioni sono a livello della fama: 0-100 km/h in 3,9 secondi e velocità massima fino a 280 km/h.

Curata anche la parte meccatronica che si avvale dello sterzo con coefficiente di sterzata variabile e del sistema torque vectoring, che gestisce la coppia inviata agli assi e la frenata delle singole ruote per ottimizzare il comportamento in curva. In opzione c’è pure l’assetto sportivo con Dynamic Ride Control (DRC) – che contrasta beccheggio e rollio attraverso i dati derivati dagli ammortizzatori, con quelli anteriori collegati ai controlaterali posteriori – e i freni con dischi carboceramici, studiati per l’uso su tracciato.

Su strada la RS5 si è dimostrata relativamente agile, specie nei cambi di direzione, nonostante la massa in gioco sia “importante”. I movimenti di cassa sono abbastanza controllati e la motricità è notevole grazie alla trazione quattro. La cronica tendenza sottosterzante delle Audi del passato è solo un ricordo: la RS 5 è sempre equilibrata e vanta un motore poderoso. Lo sterzo invece, pur essendo abbastanza diretto, risulta un po’ lasco nella parte centrale e nella modalità di funzionamento manuale il cambio è meno reattivo di quanto di desidererebbe.

In pista la capacità con cui la RS5 accumula velocità è notevole, così come è pregevole la resistenza dell’impianto frenante carboceramico. Risulta invece più evidente il rollio, anche nella modalità più rigida dell’assetto a causa del peso non indifferente della vettura. Quando si va a spasso invece la RS 5 è ineccepibile: confortevole, ben ammortizzata, ottimamente rifinita e dotata di tutta quella pletora di tecnologie disponibili sulle Audi di ultima generazione. Complessivamente è un esempio piuttosto lampante di dottor Jekyll e mr Hyde su 4 ruote, offerto con prezzi a partire da 90 mila euro.

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