Cultura

Mantova: Segni d’infanzia, il festival che parla ai più piccoli di ambiente, anoressia e tecnologia

Artisti provenienti da tutta Europa animano la città fino al 5 novembre. In scena incontri e rappresentazioni teatrali dedicati ai più piccoli: "Il nostro festival è un luogo dove attraverso le arti si incontrano operatori della scuola, artisti, bambini, adolescenti", spiega la direttrice Cristina Cazzola

di Alex Corlazzoli

Mantova non smette di essere capitale della cultura. E lo è anche per i bambini e i ragazzi attraverso “Segni”, un festival internazionale che da dodici anni si pone sulla scena in modo diverso da tutte le rassegne settembrine. Nove giorni – dal 28 ottobre al 5 novembre – dedicati al teatro, all’arte e allo spettacolo dove i benvenuti sono tutti ma il tappetto rosso è per bimbi e ragazzi.

Nessuno pensi ai “classici” spettacoli per i “piccoli” qui si parla di tematiche “grandi”: dall’arrivo di una nuova creatura con “Nido” del regista Angelo Facchetti all’ambiente con “Becco di rame”, dal rapporto conflittuale tra l’uomo e la natura con “Stanza #4 discesa” all’Africa. E ancora il “potere” della radio con i ragazzi di Radio Bruno, l’anoressia e la tecnologia con un tablet che entra in scena.

Il tema guida è raffigurato sulla copertina della brochure di presentazione ed è una chiocciola disegnata per l’occasione dalla cantante Giorgia. “Un richiamo alla lentezza, alla casa perché il nostro festival – spiega Cristina Cazzola, direttrice di “Segni” – è un luogo dove attraverso le arti si incontrano operatori della scuola, artisti, bambini, adolescenti”. Lo scorso anno, la rassegna ha fatto registrare 15mila spettatori e quest’anno sono già previste le stesse cifre. Per l’occasione arriveranno a Mantova anche 70 ragazzi da tutt’Europa.

Un festival che spalanca le porte al mondo, visto che sul palco oltre agli artisti italiani saliranno attori e registi olandesi, francesi, belgi, spagnoli e norvegesi: “Oggi non può più esistere un festival che non sia internazionale”, sottolinea Cazzola. Tra i temi principali la tecnologia: la compagnia “Bontehond” di René Geerlings porterà in scena “Ipet- Tablet”, una produzione teatrale nata in Olanda dove due attori in carne ed ossa maneggiano un tablet che si ribella al loro controllo stimolando in un divertente gioco ironico il dialogo tra adulti e bambini sulla necessità di guardare oltre gli schermi di telefonini e videogiochi.

“Il tablet – spiega la direttrice artistica – in questo caso è trattato come un altro materiale, lo usano come se fosse un burattino. Lo mettono in scena trasformandolo in trucco teatrale. È uno spettacolo giocato sull’accendere e spegnere”. Altro tema è quello della materia: la cera, il legno, il sale, la carta diventano protagonisti. E’ il caso di “Wax” firmato in Francia dal Centre Dramatique National d’Alsace: l’artista sarà alle prese con la creazione di personaggi in cera trasformando il tutto in un gioco tra forma e contenuto.

“Il nostro – continua Cristina Cazzola – è un festival unico in Italia dove il teatro diventa esperienza da vivere. Una risposta al fatto che i nostri ragazzi frequentano poco gli ambienti teatrali”. Tra le novità di quest’anno la presenza di Paolo Rumiz che l’1 novembre alle 18 al teatro Bibiena presenterà la sua avventura in un’orchestra fatta di giovani, la European Spirit Youth Orchestra. Mentre a ragionare di diritti e città il 3 novembre alle 14.30 ci sarà l’archistar Mario Cucinella con Andrea Angiolino uno dei più importanti “giocologi” italiani.

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