Mai nel mondo una città metropolitana era stata investita da una tale ondata di smog derivante da incendi boschivi nelle alture adiacenti, come sta succedendo a Torino. E’ quindi anche comprensibile che ci siano un po’ di incertezze e di valutazioni contrastanti sul da farsi. Ma sulla base del buonsenso e di una qualche parziale consultazione tecnica, forse si può tenere la barra dritta, al netto di scontri politici di tipo settario-preelettorale.

Prima di tutto credo che l’affermazione del presidente della Regione secondo la quale, bruciando essenze vegetali il fumo non è tossico, sia quanto meno superficiale. Negli ultimi anni si è alzata la preoccupazione nei confronti della legna che brucia in stufe insufficientemente filtrate, figuriamoci cosa esce da un territorio in fiamme. Abbiamo in certi momenti a Torino concentrazioni di 4/500 (cinquecento) microgrammi al metro cubo, dieci volte oltre i limiti. 

In questa situazione bisognerebbe fare tutto il possibile per proteggere la popolazione e in primis i soggetti deboli. Sembra piuttosto azzardato mantenere una maratona in mezzo alla caligine. Se la si mantiene si dica chiaramente che si vuole entrare nel Guinness dei primati delle maratone in mezzo al fumo e si spera che almeno nessuno porti i bambini. Anche azzardata e un filino provocatoria è la decisione di sospendere i provvedimenti antismog nei confronti dei veicoli diesel.

Questa decisione è stata presa a sorpresa in pieno accordo tra Regione Pd e Comune 5 stelle nel pomeriggio di venerdì quando ci si aspettava invece che i provvedimenti antidiesel venissero ripristinati. E’ vero che la maggior parte del sovrainquinamento in atto deriva dagli incendi e non dai diesel. Ma questo non è un buon motivo per sospendere un protocollo appena varato tra gli Enti locali e aggiungere il fattore diesel al fattore incendi. 

Tra l’altro, questi primi giorni di ottobre sono già un’esperienza sufficiente per dire che il meccanismo del protocollo padano è talmente lento e farraginoso da determinare varie incongruenze. Se si devono aspettare quattro giorni sopra i limiti per bloccare i diesel più inquinanti si hanno parecchi giorni pessimi senza neanche un tentativo di proteggerci. Viceversa, aspettare due giorni sotto i limiti per revocare i blocchi porta a giornate col vento in cui il fermo dei diesel euro 3 e 4 è davvero inutile.
Bisogna che la società padana si rassegni e si organizzi a una verifica giornaliera.

I diesel avrebbero già dovuto essere fermi in questi giorni terribili. Per quanto riguarda gli incendi, invece, non voglio aggiungere banalità a un tema che ha una sua specificità. Sui social molta gente invoca soccorsi più forti per cercare di spegnerli. Si parla del clima del vento dell’incuria. Ma anche a me, discutendo soffrendo e ragionando, capita di dimenticare l’aspetto più determinante e terribile: tutti questi fuochi, tutti, sono appiccati da qualcuno.

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