Non vi accontentate di cascine e masserie, prati e scogliere e volete hotel extralusso, porti adeguati per vostri yacht? Se andate al mare scegliete senza indugio un lido di lusso dove il soggiorno giornaliero supera i 1000 euro? Siete ricchi e vi piace ostentarlo? Volete spendere 10, 20 o 30mila euro al giorno quando siete in vacanza? Vi chiedete come si faccia a vivere con 1300 euro al mese? Rispondete perfettamente all’identikit del turista perfetto secondo Flavio Briatore. La sua crociata contro quell’Italia che “dall’alto di un’arroganza intellettuale diffusa, che deriva da un patrimonio storico, artistico, paesaggistico unico al mondo, si permette la sciccheria di sbattere la porta in faccia ai ricchi”, prosegue.

Nel mondo ideale di Mr. Billionaire non c’è spazio per la normalità, per vacanze pensate per divertirsi, rilassarsi, certo, ma anche per “vedere” e “visitare”. D’altra parte, perché mai qualcuno, in vacanza lungo qualsiasi tratto di costa italiano oppure in qualche paese dell’entroterra, potrebbe sentire l’impulso di varcare la soglia di un museo, di entrare in un’area archeologica, oppure soltanto di camminare alla ricerca di natura e storia? Briatore l’ha detto, in un’intervista al TgZero su Radio Capital: “Io non credo che uno per la cultura va in vacanza in Sicilia, Calabria, Puglia o Sardegna, uno va in questi posti perché c’è un mare fantastico e ristoranti dove si mangia molto bene”.

Ovvio no?! Quelle regioni sono coste meravigliose e piatti da sogno. Che altro? Tra le diverse esternazioni del marito di Elisabetta Gregoraci, questa è probabilmente tra le più alte nella graduatoria delle castronerie. Sperare si tratti solo di una provocazione sembra davvero fuori luogo. Ma al di là di ogni considerazione rimane un dato tutt’altro che trascurabile. Il danno d’immagine che l’imprenditore provoca a quelle regioni. In tanti ne hanno criticato e ne stigmatizzano le politiche culturali e ambientali, ma mai nessuno era arrivato a negare i caratteri costitutivi di quei territori.

Stupisce così che i presidenti di quelle regioni, generalmente così attenti a intervenire e discutere su qualsiasi tema li riguardi più o meno direttamente, siano rimasti in silenzio. Non abbiano neppure abbozzato una replica. Strano, molto! E allora? In regioni nelle quali gli sfregi di ogni tipo ai territori sono una piaga antica e mai sanata, sminuire, anzi negare, il paesaggio può essere un escamotage. Un passepartout per aprire la strada a un uso ancora più spericolato di ambiti costieri e dell’immediato entroterra. Servono porti per gli yacht, sono necessari resort per gli amici di Flavio. Serve poter rendere possibile l’affitto di qualsiasi luogo. E’ tutto un set, per il boss del Twiga.

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