Nel 2010 Arianna Ciccone, una delle fondatrici del gruppo Facebook (poi rimosso) “La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini”, raccolse in una settimana 158mila firme per chiedere al Tg1 di Augusto Minzolini di rettificare ufficialmente la notizia dell’”assoluzione” di David Mills (in realtà si trattava di “prescrizione“) – letta nell’edizione delle 13.30 del 26 febbraio 2010.
La soluzione ‘sovietica’ proposta da Grillo, quella delle giurie popolari, per valutare la veridicità delle notizie è sicuramente peggiore del male, ma che il problema esista lo dimostra una serie di casi così ampia che meriterebbe uno speciale della Gabanelli: dal “metodo Boffo“ al caso dei calzini azzurri di Mesiano, dai “finti rom” alla bufala della Scala Mercalli “ridotta per evitare al governo di risarcire in terremotati” sino alle campagne che a ogni attentato rilanciano l’equazione: rifugiati=musulmani=terroristi.
Si può classificare come post-verità la storia del “bacio di Ilda Boccassini” riesumata 30 anni dopo? Al lettore l’ardua sentenza.
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