Quali batteri causano la meningite? E quali sono le fasce maggiormente a rischio?
Gli agenti batterici che causano la meningite sono principalmente il Neisseria menigitidis, più noto come meningococco, lo Streptococcus penumoniae (pneumococco) e l’Haemophilus influenzae. Il meningococco ha diversi sierogruppi, ovvero delle sottoclassi del batterio: A, B, C, Y, W135 e X. Il sierogruppo C è il più aggressivo, oltre che il più frequente in Italia e in Europa. Nel corso del 2015, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro Paese si sono verificati quasi 200 casi di malattia dovuta al meningococco di sierogruppo B o C. Il rischio è più alto tra i bambini piccoli, gli adolescenti e i giovani fino a 30 anni. Con una concentrazione più alta tra i bambini al di sotto dell’anno di età per quanto riguarda il sierogruppo B.
Scienza
Meningite. Tutto quello che c’è da sapere: i batteri che la causano, chi è più a rischio e in quali casi è meglio vaccinarsi - 2/7

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione

- 15:18 - Cerchiai: "Ops non ostile in nostre intenzioni, creerà valore per tutti"
Milano, 7 feb. - (Adnkronos) - L’ops di Bper su Pop Sondrio è "un'operazione che nelle nostre intenzioni non è certamente da considerarsi un'operazione ostile, e parte dalla considerazione dell'amministratore delegato della validità della Banca Popolare di Sondrio come banca capace di continuare a crescere e a svilupparsi in una logica vicina alla nostra e che ponga l'innovazione, cosa alla quale tutti, non solo noi dobbiamo sottrarci, ma che addirittura dobbiamo utilizzare come strumento positivo". Lo ha detto il presidente di Bper Fabio Cerchiai durante la conferenza stampa di presentazione dell’offerta pubblica di scambio volontaria promossa dal Gruppo sulla totalità delle azioni di Banca Popolare di Sondrio.
"Crediamo - aggiunge Cerchiai - che la nostra operazione porterà un momento di valore per tutti gli stakeholder, non soltanto per gli azionisti, ma anche per le famiglie e le imprese a cui ci rivolgiamo, al sistema nella sua globalità e nella sua complessità. Riteniamo che con l’acquisizione della Banca Popolare di Sondrio potremo creare una realtà che a prescindere dal secondo, terzo, quarto, quinto polo, sia una realtà efficiente e che sappia operare con efficacia".
- 15:16 - Papa: "Con Unipol abbiamo parlato, valuteranno numeri poi decideranno"
Milano, 07 feb. - (Adnkronos) - Sull'ops lanciata Bper su Pop Sondrio, "abbiamo parlato con Unipol; loro si sono riservati di valutare i numeri e poi decideranno". Lo ha detto l’ad di Bper Gianni Franco Papa rispondendo alle domande dei cronisti durante la conferenza stampa di presentazione dell’offerta pubblica di scambio volontaria promossa dal Gruppo sulla totalità delle azioni di Banca Popolare di Sondrio.
Il Gruppo guidato dall'ad Cimbri è azionista di riferimento in virtù di una partecipazione del 19,8% in Bper e del 19,7% in Pop Sondrio. "Ovviamente -avverte Papa- loro hanno un Consiglio d'amministrazione, avranno poi tutte le loro trafile da seguire". Il nostro auspicio "è che l’operazione sia ben accetta". In ogni caso, al momento "non si sono espressi e dunque non posso dire cosa decideranno”. Tuttavia, ha concluso, "essendo un'operazione industriale, paghiamo un premio sull'azione, Unipol dovrebbe essere neutro".
L’ops lancia da Bper sulla totalità delle azioni di Banca Popolare di Sondrio "costituisce una grande leva strategica; noi riteniamo che questa sia un'operazione dal carattere fortemente industriale e non finanziario". L’operazione, spiega Papa, "coniuga le capacità di due banche che condividono la propria storia, perché provengono entrambe dal mondo delle banche popolari; presentano caratteristiche simili per quanto riguarda la modalità di svolgimento del rispettivo business e l'attenzione che è prestata all'esigenza dei territori. Questo è un punto su cui voglio porre molta attenzione perché per noi l'essere una banca nazionale con forte presenza tradizionale è l'elemento di forza, è quello che ci caratterizza ed è quello che ci ha consentito, anche nel 2024, un anno certamente non facile, di proseguire i risultati che abbiamo raggiunto grazie al nostro rapporto".
- 15:15 - Papa (Bper): "Ops attraente per azionisti Pop Sondrio, è stata analizzata con molta attenzione"
Roma, 7 feb. (Adnkronos) - "E' ora di fare un passo in avanti nel panorama bancario italiano" e l'ops lanciata sulla Popolare di Sondrio, che "dà l'opportunità di combinare due banche con un Dna simile", è un'operazione "analizzata con molta attenzione" e "pensiamo sia molto attraente per gli azionisti" di Popso. E' quanto ha detto l'amministratore delegato di Bper, Gianni Franco Papa, nel corso della call con gli analisti durante la quale ha illustrato i dati di bilancio al 31 dicembre 2024 e l'ops annunciata ieri sull'istituto lombardo.
L'Ops annunciata sulla Popolare di Sondrio "non è stata concordata, ma non la consideriamo ostile" ha dichiarato Papa, che ha proseguito: "Siamo molto fiduciosi per questa combinazione di business, guidata da una forte logica industriale. Siamo in un momento cruciale per il sistema bancario italiano e siamo convinti di difendere e proteggere i nostri territori" attraverso "una combinazione che coinvolge banche con valori, cultura e Dna simili. Si tratta di un'opportunità unica per creare una banca leader, con una forte presenza nelle regioni italiane più ricche". "Le logiche strategiche - ha ribadito Papa - sono forti e non c'è dubbio che sarebbe una banca forte" a sostegno "di famiglie, Pmi e e comunità, mettendo i clienti al centro e supportandole in modo sostenibile dal punto di vista delle sinergie". Inoltre, ha detto ancora l'ad, "crediamo ci sia spazio per fare anche meglio una volta raggiunta la piena integrazione delle due banche".
L’ops lanciata da Bper su Pop Sondrio “è un'operazione che ha avuto un'accelerazione a seguito di quello che abbiamo visto verificarsi nel mondo bancario finanziario italiano negli ultimi due mesi. C’è stata un’importante fase di consolidamento, o di proposte di consolidamento, che vedeva partecipare operatori domestici e anche internazionali - spiega Papa- e dunque è diventato fondamentale per noi proteggere il nostro posizionamento in Italia”. Del resto, “ oggi siamo la terza banca in tutta una serie di elementi nel sistema e quindi abbiamo pensato che fosse necessario perseguire anche gli obiettivi di rafforzamento competitivo e dimensionale in linea con le tendenze in atto”.
- 15:15 - Papa (Bper): "Manterremo marchio Pop Sondrio in territori dove è storicamente presente"
Milano, 7 feb. - (Adnkronos) - "Prevediamo di mantenere il marchio della Banca Popolare di Sondrio in quei territori dove storicamente la banca ha una forte penetrazione". Lo ha detto l’ad di Bper Gianni Franco Papa durante la conferenza stampa di presentazione dell’offerta pubblica di scambio volontaria promossa dal Gruppo sulla totalità delle azioni di Banca Popolare di Sondrio. "Questa - spiega - è una cosa che abbiamo già fatto, ad esempio, con Carige in Liguria e con Monte di Lucca, nella provincia di Lucca, perché riconosciamo una grande importanza al brand che si riconosce con i territori in cui opera".
In merito all'ops lanciata da Bper su Pop Sondrio, "all'ad di Banca Popolare di Sondrio, Mario Alberto Pedranzini, abbiamo esplicitato, lo abbiamo informato di quanto era stato deciso dal Consiglio d'amministrazione. Oggi, se non sbaglio, è stata rilasciata una dichiarazione in cui viene dichiarata questa operazione non era concordata; l'avevo anticipato anch'io e ritengo che sia un'operazione che valuteranno. Dovranno convocare un Consiglio d'amministrazione nei prossimi giorni e faranno le loro valutazioni". "Ci tengo a ribadire - ha aggiunto- che noi riteniamo questa operazione basata esclusivamente su parametri industriali, non finanziari; un'operazione che consolida la presenza di una banca a carattere nazionale, ma territorialmente molto forte, nelle regioni e nei territori più avanzati d'Italia e quindi ritengo che sia un'operazione che vada negli interessi degli azionisti, dei clienti, dei territori e delle comunità". Per cui, conclude, "speriamo di trovare un accordo. Di sicuro dialogheremo con i colleghi".
"Quest'operazione ci consentirà di raggiungere i 6 milioni di clienti, un numero importante nel panorama bancario italiano, con attività complessivi da clientela pari a 380 miliardi di euro, quindi confermando il nostro posizionamento, quello che si chiama total financial asset". "Creeremo molto valore per la clientela - spiega Papa- sia in retail, private o corporate, mediante l'ottimizzazione delle sinergie che sono ricavabili da questa operazione, sinergie che abbiamo indicato in maniera prudenziale in 290 milioni di euro”.
Con Pop Sondrio "avremo circa 2mila filiali; si tratta di una somma algebrica delle due banche perché ci saranno pochissime sovrapposizioni" In questo contesto, ha aggiunto Papa, "non abbiamo neanche il tema Antitrust perché solo in due città superiamo il 25% di quote di mercato. Parliamo di 8 filiali su 2000".
- 15:09 - Autonomia: Ceccanti, 'sentenza Consulta prevedibile e prevista, e chiarissima'
Roma, 7 feb. (Adnkronos) - "La sentenza odierna della Corte sul referendum autonomia segnala anzitutto che, a seguito della sua precedente sentenza demolitoria si erano aperti due buchi enormi: è intervenuta la distinzione tra materie e funzioni per cui solo le seconde si possono devolvere; circa la delega sui cosiddetti Lep come conferma ora la Corte i nuovi criteri non ci sono e quelli vigenti non hanno più efficacia”.
"La Corte esplicita poi anche una duplice cautela che rende difficile l’attuazione ravvicinata dell’autonomia e che torna a delimitarla seriamente anche per le materie che come tali sarebbero non Lep, quelle su cui in particolare il Veneto vorrebbe trattare ora: se la materia come tale sarebbe non Lep, se dentro di essa si ritaglia una funzione che incide sui diritti anche per quella vanno determinati prima i Lep; a ciò si aggiunga il fatto che alla luce di alcuni mutamenti intervenuti, anche in connessione con l’evoluzione dell’ordinamento europeo, su due materie Non Lep non si può devolvere alcunché: il commercio con l’estero e le professioni".
"Resta qui pochissimo su cui trattare in questa fase, forse quasi nulla: 'trasferire specifiche funzioni concernenti alcune materie no-Lep, a condizione che esse non incidano su un diritto civile o sociale e che l’iniziativa regionale sia giustificata alla luce del principio di sussidiarietà. In queste condizioni su cosa si sarebbe votato nel referendum? Dice la Corte: 'Non già su una legge ordinaria modificata da una sentenza di questa Corte, ma a favore o contro il regionalismo differenziato.. una radicale polarizzazione identitaria sull’autonomia differenziata come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, Cost., che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo di revisione costituzionale'. Una sentenza prevedibile e prevista, ma soprattutto chiarissima".
- 15:08 - Spionaggio: Mauri (Pd), 'scontro tra servizi? Governo chiarisca'
Roma, 7 feb. (Adnkronos) - "Le dichiarazioni di Matteo Salvini sul caso Paragon sollevano interrogativi preoccupanti, soprattutto quando il Vicepremier suggerisce che ci siano in atto 'regolamenti di conti all'interno dei servizi di intelligence'. Una simile affermazione, che lascia intendere scenari di scontri interni tra apparati dello Stato - e che mette in cattiva luce i nostri apparati di intelligence - è di una gravità estrema e richiede immediata chiarezza da parte dello stesso Salvini. Lo pretendiamo da lui e dal sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano in qualità di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica". Lo afferma Matteo Mauri, responsabile Sicurezza per il Partito Democratico.
"Salvini afferma inoltre di non sapere nulla, di non aver visto nulla e di non poter dire nulla sull'uso dello Spyware "Paragon". Una strategia delle "tre scimmiette" assolutamente inaccettabile per il Partito Democratico, soprattutto quando si tratta di temi che toccano la sicurezza nazionale e la tutela dei diritti fondamentali”. Per questo diversi parlamentari del Pd hanno depositato interrogazioni affinché il Governo chiarisca al più presto".
"In un momento in cui emergono preoccupazioni sulla sicurezza e sulla libertà di stampa, Salvini non può permettersi di dire che chiederà informazioni - non si capisce a che titolo - a qualche suo amico israeliano, e tutta l'Italia ha diritto di sapere sono stati rispettati i limiti imposti dalla legge e le garanzie previste per la tutela dei cittadini, e quali provvedimenti intende adottare l’esecutivo per evitare derive pericolose".
- 15:04 - Made in Italy, portare il meglio del Paese all’estero: Napoleone racconta un anno di IT-EX
Milano, 7 feb. (Adnkronos) - A un anno dalla sua fondazione, è IT-EX il nuovo punto di riferimento per le imprese italiane che operano nel settore fieristico internazionale. L’associazione, fondata dai protagonisti del sistema fieristico italiano il 7 febbraio 2024, nasce per rappresentarli presso le istituzioni, le imprese e i mercati esteri. E si è posta come obiettivo principale il sostegno alle piccole e medie imprese italiane, che attraverso il sistema fieristico nazionale possono lanciarsi verso nuove opportunità commerciali di livello internazionale.
Lo sforzo è “assolutamente indispensabile” visto il pesante rallentamento economico del post-pandemia, sottolinea il presidente di IT-EX, Raffaello Napoleone, all’Adnkronos. Gli ultimi cinque anni hanno portato “la crisi più pesante dal secondo dopoguerra, quantomeno in termini di durata. Noi lavoriamo per offrire un sostegno alle imprese in sé, e IT-EX è in prima fila proprio per far sì che vengano elaborate delle norme che vadano a sostenerle in questo momento”.
Va detto che la lunga coda del Covid-19 non ha offuscato la brillantezza dell’impianto fieristico italiano. Gli associati di IT-EX, nomi e sigle di spessore che organizzano eventi di caratura internazionale, contano complessivamente oltre 2,8 milioni di visitatori annuali (di cui 750.000 provenienti dall’estero) e 26.000 espositori (di cui 11.000 stranieri). Un canale preferenziale per l’attenzione di clienti e operatori di mercato, in grado di garantire alle piccole e medie imprese l’esposizione e gli strumenti necessari per accelerare il loro sviluppo.
Si tratta, insomma, di un “crocevia imprescindibile per il commercio internazionale e le aziende estere che vogliono entrare in contatto con l’eccellenza produttiva del nostro Paese”, rileva Napoleone. “Se non si passa da qui, si mancano opportunità di business indispensabili” che emergono dalla capacità dei membri di IT-EX di aggregare sotto lo stesso tetto i migliori produttori, designer e artigiani, garantendo un’offerta coordinata e di alta gamma in grado di agire come vetrina per il meglio del Made in Italy.
Il governo italiano è ben consapevole dell’importanza delle esposizioni, spiega il presidente. “Attraverso il Maeci e il Mimit ha dimostrato un forte impegno nel supportare le aziende, per esempio finanziando programmi di ospitalità per i compratori internazionali e contribuendo alla riduzione dei costi di viaggio e permanenza” – sforzo che l’associazione intende valorizzare, lavorando con le istituzioni per sbloccare nuove opportunità di sostegno e finanziamento pubblico per le aziende e delineare una direzione che sappia valorizzare le componenti del sistema-Paese.
In tal senso IT-EX sta sviluppando relazioni, strategie e politiche industriali in stretto coordinamento con il governo. L’associazione può vantare “un'alleanza molto forte e un sostegno importante da parte di Ice”, l’Istituto per il commercio con l’estero. Al contempo IT-EX mantiene un dialogo aperto con le altre organizzazioni di settore, tra cui la centenaria Unione delle Fiere Internazionali (Ufi) di cui è Diamond Sponsor in quest’anno significativo. “In questo momento bisogna fare quadrato, concentrare energie e risorse per superare le difficoltà economiche e guardare al futuro con positività”, è l’approccio delineato da Napoleone.
Del resto sarebbe miope per il sistema-Paese non investire nel sostrato di pmi che costituiscono la linfa vitale dell’economia italiana. L’estesa rappresentanza di IT-EX “garantisce alle aziende la copertura sia del mercato interno che dei migliori mercati internazionali, dove il made in Italy continua ad avere un ruolo di riferimento per la sua qualità e la sua capacità di rappresentarsi molto meglio della manifattura di altri Paesi”, rimarca il presidente.
Il lavoro di IT-EX si sviluppa dunque su un doppio canale: seguire il fronte fieristico italiano per “alzare al massimo qualità e creatività” e al contempo essere “attenti e pronti a muoversi anche all’estero con i nostri associati, che fanno attività e organizzano appuntamenti indispensabili in giro per il mondo”. L’obiettivo ultimo è la crescita di chi sfrutta il sistema, in grado di favorire lo sviluppo di settori industriali specifici. A partire dalle singole imprese, che possono beneficiare di un palcoscenico unico per entrare in contatto con gli stakeholder di riferimento.
Il terzo canale, ormai fondamentale e trasversale, è la dimensione digitale che sta trasformando il volto del sistema fieristico: “le aziende devono poter comunicare e promuoversi nei mercati esteri anche prima dell’evento in sé”, afferma Napoleone. In questo l’e-commerce e le piattaforme digitali giocano un ruolo crescente, ma le piccole e medie imprese spesso faticano a investire in questi strumenti: è qui che subentra IT-EX con la facilitazione di questo processo, incentivando l’adozione di soluzioni innovative accessibili a tutte le realtà produttive.
Se un occhio è al futuro, l’altro è inevitabilmente rivolto alla forza storica delle eccellenze italiane: il saper fare, che dalla moda alla meccanica, dal settore alimentare all’arredamento resta un elemento distintivo che i clienti esteri continuano a ricercare. “La forza del nostro sistema produttivo risiede nella qualità artigianale e nella capacità di innovare, anche nelle piccole imprese”, sottolinea Napoleone, portando l’esempio dei distretti produttivi italiani, formati da aziende di dimensioni ridotte (da 8 a 15 dipendenti) ma altamente specializzate, in grado di formare un ecosistema unico che nessun altro Paese è riuscito a replicare.
“Sicuramente IT-EX va vista come l'associazione più vicina all'internazionalizzazione per le imprese che vogliono rappresentare le loro novità nel mondo”, riassume il presidente. L’azione dell’associazione ricalca la “tradizione consolidata” dell’Italia, quella che ha portato il Belpaese a diventare un titano dell’export, a partire da Stati Uniti e Giappone, i primi Paesi in cui si sono affermati i nostri prodotti. Oggi lo scacchiere è allargato, include la Cina, il Medio Oriente e il Sud-Est asiatico che “sta assumendo un peso sempre più importante”. Tuttavia, l’Europa, “resta un mercato di riferimento centrale”: massima espansione, dunque, per fare in modo che “si superi questa situazione complessa e si guardi al futuro con positività”.
