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Arma Letale, in autunno l’episodio pilota della saga cult. Preparatevi allo sfregio

Il trailer finito in rete per un lancio che raschia il fondo del barile già al 25esimo secondo su 180 è letteralmente inguardabile e fasullo, sterile e semplicistico, ma soprattutto identico a tutto ciò che il franchise Arma Letale aveva regalato per almeno due sequel più l’originale (il terzo sequel con Jet Li lo lasciamo dov’è e nessuno si offende)

di Davide Turrini

Preparatevi ad uno dei più inqualificabili sfregi di questo evo hollywoodiano oramai privo di ritegno per oggetti e soggetti sacri del cinema. Nell’autunno 2016 sugli schermi statunitensi andrà in onda l’episodio pilota della serie tratta da Arma Letale. Sopiti i bollori per un quinto sequel scritto da Shane Black, l’ideatore dei personaggi originali di Martin Riggs e Roger Murtaugh, il primo selvaggio e incontrollabile Mel Gibson, l’altro il saggio e posato Danny Glover, ecco la Fox accaparrarsi i diritti per una delle tante possibili prossime serie che, volontariamente, ci perderemo, se si porteranno avanti coi lavori, da qui al 2017/2018.

Il trailer finito in rete per un lancio che raschia il fondo del barile già al 25esimo secondo su 180 è letteralmente inguardabile e fasullo, sterile e semplicistico, ma soprattutto identico a tutto ciò che il franchise Arma Letale aveva regalato per almeno due sequel più l’originale (il terzo sequel con Jet Li lo lasciamo dov’è e nessuno si offende). 

La scenetta nel trailer in cui viene rappresentata la pazzia del poliziotto sui generis Riggs è, ovviamente, un’idea vecchia e rimasticata tra Point Break della Bigelow e un qualsiasi spezzone di Riggs/Gibson che mostra la sua follia. Così mentre a rivedere anche solo su youtube la sequenza in cui il metodo Riggs in Arma Letale del 1987 viene presentato al pubblico, lassù su quel cornicione a salvare il suicida, ma presto a lanciarsi di sotto con l’attonito tizio convinto a non buttarsi ammanettato a lui (qui uno degli storici errori da top ten goofs con inquadratura al rallentatore senza manette tra i due ndr), ecco la differenza abissale tra l’originale e la copia, tra la brillantezza della matrice e la tracotanza senza freni dell’odierna serialità.

Se non bastasse la parte che fu di Mel Gibson è finita in mano a uno scalzacani di nome Clayne Crawford. Un tizio qualunque tritato in mezzo a decine di episodi di CSI e 24. Di fianco a lui uno degli attori meno significativi della storia recente di piccolo e grande schermo, Damon Wayans, che ha iniziato da banale commediante la carriera d’attore a metà anni novanta (in Major Payne – 1995- rifece il sergente Lou Gossett jr. di Ufficiale e gentiluomo tra file di bimbetti rapati a zero). Insomma il direttore di casting ha impiegato davvero pochi minuti per fornire nomi, sicuramente liberi da impegni, per tentare il rilancio di un marchio del cinema poliziesco e d’azione che lasciò il segno tra il 1987 e il 1992. 

Come ha scritto Variety, “l’operazione pilot Arma Letale è l’ultimo adattamento tv di una stagione piena di episodi pilota tratti da grandi titoli del passato come L’esorcista, Training day, Frequency, Cruel intention (…) I reboots di grandi film rappresentano per le emittenti tv la ricerca di titoli familiari e il riconoscimento di marchi storici nella speranza di attirare sempre nuovi spettatori nell’altamente competitiva era della “too much TV”. Insomma il mercato delle serie negli Usa è a dir poco saturo, come negli anni novanta scoppiava di telefilm.

Ecco allora distruggere uno dei tanti piacevoli ricordi per semplice pigrizia creativa e ancora più semplicemente per far cassa. Immaginiamo come verrà appiattito e ridotto a qualche ciak tra uno spot e l’altro il full frontal di Gibson/Riggs, i tempi della sua introspezione per mostrarne disperazione e incapacità di porsi limiti nella violenza. Dal trailer inoltre intuiamo i battibecchi tra Murtaugh e Riggs in ufficio al ritmo di qualche base hip-hop. Inutile dire che i film diretti da Richard Donner, con lo script di Shane Black (dal 2 giugno al cinema come regista di Nice Guys con Ryan Gosling e Russell Crowe ndr), brillavano per compattezza di scrittura, stratificazione di senso, ampio uso opinabile ma altamente spettacolare del ralenti.

Senza dimenticare, prima delle sbornie da ritiro patente e delle invettive antisemite, che Mel Gibson era, e rimarrà, un meraviglioso corpo plasmato per il cinema d’azione con una vena di insana e divertita follia. Idem per il buon Danny Glover, elegante e roccioso pilastro da buddie movie, perfetto nella parte dell’attempato detective che teme l’ennesimo infarto per colpa delle peripezie del collega mezzo matto. E ancora: Patsy Kensit e Rene Russo come donne/amanti di Riggs sono semplicemente insostituibili. Infine, per una volta, lasciateci decantare la nostalgia per due signori doppiatori: Claudio Sorrentino per Gibson e Glauco Onorato per Glover. Dentro ad un piccolo gioiello d’azione come Arma Letale con le loro voci tonanti sembravano esserci nati.

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