A Londra una delle cliniche specializzate in malattie sessualmente trasmissibili più famose del Regno Unito ha rivelato per sbaglio l’identità e gli indirizzi email di 780 pazienti di ogni età. A dare per primo la notizia, poi ripresa dalla totalità dei media britannici, è stato il Guardian. La 56 Dean Street Clinic, che ha la sua sede nel cuore del quartiere gay della metropoli inglese, Soho, ha mandato nello sconforto centinaia di persone con un errore banale: inviando una newsletter dedicata alle persone sieropositive iscritte a un servizio speciale, un impiegato della clinica ha lasciato in chiaro nomi e indirizzi dei destinatari. Un errore minimo in una normale comunicazione professionale, per esempio, ma che potrebbe avere conseguenze pesantissime in questo caso. E non solo per il danno ai pazienti. Secondo la Bbc, la clinica potrebbe ora andare incontro fino a 500mila sterline di multa (poco meno di 700mila euro al cambio attuale), per una violazione della privacy che ha lasciato sgomente associazioni per la difesa dei diritti dei sieropositivi e le associazioni LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) della capitale.

La 56 Dean Street Clinic, comunque, è assai nota per l’alta qualità dei servizi, essendo inoltre gestita da una società a maggioranza pubblica e offrendo gratuitamente analisi e cure. Di proprietà di una fondazione affiliata all’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico, segue migliaia e migliaia di pazienti, fornendo test del sangue e medicine, non solo contro il virus dell’Hiv ma anche contro malattie a trasmissione sessuale. Fornisce, ancora, sostegno psicologico o psichiatrico a chiunque non riesca a sopportare il fardello dell’infezione in corso o della malattia conclamata. Un vero e proprio centro per il benessere dei londinesi, soprattutto gay, che frequentano il popolare quartiere di Soho, dalle decine di club, discoteche e pub, ritrovo storico della comunità omosessuale britannica da almeno gli anni Settanta, quando l’antico quartiere italiano lasciò il posto ai locali di persone che solo da pochi anni potevano vivere la propria vita sessuale e affettiva nel pieno della legalità. Una clinica che quindi è anche un bastione della storia dei diritti civili, ma che ora rischia di vedere la propria immagine duramente compromessa.

Secondo il Guardian, l’autorità garante dei dati personali e della privacy ora aprirà un’inchiesta. I social network consentono infatti di risalire subito anche ai volti di queste persone. La lista, del resto, è stata rivelata dall’email inviata a centinaia di persone. La comunicazione faceva parte di un servizio opzionale, che consente ai pazienti di comunicare con il personale sanitario via posta elettronica, per prenotare visite o avere a casa, direttamente sul computer, le analisi effettuate. Le scuse sono già state presentate dalla dirigenza della clinica, che ha commentato: “Chiaramente tutto questo è completamente inaccettabile. Stiamo indagando e faremo in modo che tutto questo non succeda più”. Nel 2011 la clinica aveva battuto un record mondiale, con il più alto numero di test per l’Hiv effettuati in un solo giorno, in una vicina e famosa discoteca gay. Ora però purtroppo, secondo il Guardian, è stato battuto un altro triste record: si tratterebbe dell’incidente più grave di questo tipo nella storia della sanità pubblica. Mai erano stati rivelate tante identità di persone sieropositive in un colpo solo.

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