Lorenzo Lo Presti, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, è tra gli indagati della procura di Civitavecchia nell’ambito dell’inchiesta sul rogo nel Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. L’ipotesi di accusa nei confronti di Lo Presti è legata, secondo quanto si è appreso, all’impiego del personale, nei giorni successivi all’incendio che ha devastato mille metri quadrati dell’area commerciale del Terminal 3, in violazione delle norme in materia di tutela della salute. Almeno 150 lavoratori hanno recentemente lamentato problemi respiratori e alla pelle.

Gianfranco Amendola, il procuratore capo di Civitavecchia, , ha spiegato che il sequestro preventivo del molo D del Terminal 3 è stato disposto ieri per la “persistente inosservanza da parte dei datori di lavoro delle disposizioni previste dalla legge a tutela della salute dei lavoratori”. “Nonostante apposite prescrizioni e diffide della Asl Rmd”, il 17 maggio, 10 giorni dopo l’incendio, era stata riaperta “la zona interdetta del molo D”. Il sequestro – fa sapere il pm – sarà revocato quando sarà garantita la salute dei lavoratori.

Sulla presenza di diossina in conseguenza del rogo, Amendola ha reso noto che “come quella di altri inquinanti, è stata riscontrata da alcune rilevazioni dell’Arpa del Lazio, ma è tuttora oggetto di valutazione sanitaria da parte delle autorità competenti e non rientra nelle motivazioni del decreto di sequestro”. Adr ha ribadito ancora che l’area è sicura. Per il gestore dello scalo l’unico inquinante presente è il Toluene, un solvente usato dalla società che ha effettuato la bonifica del sito, i cui valori sarebbero nella norma. Ma i sindacati Usb e Cub, in prima fila nella protesta, hanno proclamato uno sciopero ad oltranza dalle 18 di oggi dei lavoratori del Terminal 3.

L’inchiesta vede già indagati alcuni operai di una ditta di manutenzione, un dirigente di Adr e un funzionario della Asl. E mentre l’Ente nazionale aviazione civile fa sapere che da oggi l’operatività dell’aeroporto di Fiumicino è all’80% a seguito del sequestro del molo D, sta montando anche una polemica politica. “E’ inaccettabile la confusione che si è creata sull’aeroporto internazionale di Fiumicino, che non è un’autorimessa – dice il deputato Pd Michele Anzaldi – viene da chiedersi se non sia arrivato il momento di affidare la gestione della situazione ad una regia competente e affidabile, per evitare danni irreparabili all’economia e all’immagine italiana e romana, a pochi mesi dal Giubileo”.

Filiberto Zaratti di Sel, membro della Commissione ambiente della Camera, chiede al governo di chiarire una volta per tutte “se l’aria al Terminal 3 è sana oppure no”. I deputati M5S hanno presentato un’interrogazione parlamentare sulle decisioni prese dai vari enti. Il 4 giugno la Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato farà un sopralluogo al terminal T3. “Bisogna dare subito risposte ai lavoratori”, ha detto la presidentessa Camilla Fabbri.

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