Quattro candidati, una manciata di liste civiche e il simbolo del Movimento Cinque Stelle. E’ quanto rimane sulla scheda elettorale che i cittadini di Quarto (Napoli) riceveranno al seggio il 31 maggio dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso del M5s. Sono fuori dalla competizione le liste di Pd, Sel, Udc, Centro Democratico, la lista civica Quartopuntozero, Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia, e di conseguenza anche le candidature a sindaco del democratico Francesco Dinacci, di Giuseppe Martusciello per FdI e di Mario Bramante per Ncd. “Troppo spesso – dichiara Roberto Fico, membro del direttorio del M5s – i partiti con la presentazione delle liste hanno fatto ciò che volevano in ogni luogo del Paese. Questa sentenza è storica e riafferma finalmente un principio di legalità nel primo atto che si fa per potersi candidare e se non si rispettano le regole è giusto restare fuori. Questo è un avviso per tutti coloro che vogliono aggirare le norme della democrazia: signori la pacchia è finita”. Le motivazioni del Consiglio di Stato saranno presentate tra oggi, 19 maggio, e domani. Tra le irregolarità denunciate dal M5s, spiega Fico, c’è “la presenza di un certificatore che non era residente a Quarto ma a Pozzuoli”. Il Movimento inizialmente si era rivolto al Tar, ma il Tribunale amministrativo non aveva ammesso il ricorso. Così si è deciso per il Consiglio di Stato.

Si dice “profondamente dispiaciuta” la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione: “Avevamo un candidato sindaco giovane, brillante e persona perbene, con cui in questi anni è stato fatto un grosso lavoro sulla legalità sul territorio. Al di là delle dichiarazioni trionfalistiche dei grillini resta una grande amarezza”. Ma se nel Pd c’è chi parla di “democrazia mutilata”, la candidata grillina alla Regione Valeria Ciarambino ribatte che “far rispettare la legge in questo Paese” non può essere considerato “una diminuzione di democrazia”.

Sulla scheda mancherà anche il simbolo di Forza Italia, ma non per effetto della pronuncia del Consiglio di Stato: in questo caso si tratta di una decisione della segreteria regionale del partito che non ha concesso il simbolo ai due aspiranti sindaci, Francesco e Gabriele Di Criscio. I due, cugini, hanno annunciato la loro candidatura in rappresentanza di due diverse correnti di Forza Italia sul territorio. La spaccatura non è stata ricomposta e, come ha dichiarato il segretario regionale di Forza Italia in Campania Domenico De Siano, “si è deciso di non concedere a nessuna delle due componenti il simbolo del partito, per il rispetto che si deve agli elettori in termini di trasparenza e chiarezza”.

Se Francesco Di Criscio, il giorno prima della presentazione delle liste, ha deciso di fare un passo indietro e rinunciare alla candidatura, il cugino Gabriele è andato avanti e sarà uno dei quattro competitor nella corsa alla poltrona di sindaco di Quarto; con un piccolo accorgimento sul simbolo, che da Forza Italia è diventato “Forza Gabriele” con tanto di tricolore a richiamare il logo del partito di Berlusconi. A sostegno di Di Criscio anche la lista “Insieme per Quarto”. L’unico simbolo presente anche a livello nazionale sarà quindi quello del Movimento Cinque Stelle, a sostegno della candidata a sindaco Rosa Capuozzo. Completano la rosa dei candidati a sindaco Luigi Rossi, avvocato e presidente del Comitato anti-discarica del Castagnaro, sostenuto dalla lista “Protagonismo sociale”, e Giovanni Santoro con la lista “Uniti per Quarto”.

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