Con quel flusso di denaro (circa 100mila euro di fondi pubblici) si poteva creare ricchezza nel Comune calabrese più povero e più sciolto d’Italia per infiltrazioni mafiose, creando un volano per l’occupazione. E, invece, i soldi sono finiti nelle tasche dei soliti noti”. Così il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, commenta l’indagine “Uniti per la truffa” che ha portato agli arresti domiciliari Romano Loielo, il sindaco di Nardodipace (un paesino del vibonese) accusate di avere indebitamente usufruito dei fondi comunitari. E, intanto, a Nardodipace tra i cittadini c’è chi è deluso e arrabbiato e chi, invece, difende il sindaco appena arrestato: “E’ una baggianata”, dice un uomo che aggiunge: “Quale male ha fatto?”. Un altro aggiunge: “E’ una brava persona, non è possibile”   di Lucio Musolino

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Pif: un selfie antimafia li seppellirà?

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