Non si ferma la querelle tra Nuovo trasporto viaggiatori (Ntv) e Ferrovie dello Stato, tornata alla ribalta dopo la pubblicazione sui principali quotidiani di una lettera in cui la società di cui sono azionisti Diego Della ValleLuca Montezemolo e Gianni Punzo denunciava gli ostacoli alla concorrenza nel settore del trasporto su rotaia e il mancato intervento della politica. Il tutto dopo lo scontro via Twitter con il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, sfociato in una querela nei sui confronti da parte del gruppo del treno Italo, gravato da quasi 800 milioni di debiti. E stavolta viene chiamata in causa anche la giovane Authority dei trasporti, nata in gennaio e ancora “a mezzo servizio” come denunciato dal suo presidente Andrea Camanzi in luglio. Venerdì il presidente di Ntv, Antonello Perricone, parlando a Radio1 Rai ha fatto appello alla neonata Authority del settore chiedendo che dia regole “chiare e certe”, per esempio, sulla metodologia di calcolo dei pedaggi, e “spieghi se quelle attuali sono giuste”. L’ex amministratore delegato di Rcs ha anche lamentato di non aver avuto risposta al primo esposto presentato all’autorità nata la scorsa estate, relativo al costo dell’utilizzo della rete: “E’ stata solo aperta un’istruttoria”. Il manager ha poi sostenuto che Ntv ha “subìto scorrettezze e angherie“, ma “il problema non sono le Fs o Rfi, il problema è l’Authority che non si è ancora pronunciata sulle regole del gioco”. E ancora: “O i diritti si riconoscono o qualcuno deve assumersene la responsabilità”.

La risposta di Camanzi è arrivata però a stretto giro e dev’essere stata musica per le orecchie di Della Valle & soci. “Dalle evidenze che abbiamo avuto credo Italo abbia ragione”, ha detto infatti il presidente dell’authority. Facendo poi sapere che sull’Alta velocità “abbiamo aperto un procedimento specifico” e “ci apprestiamo ad adottare misure per garantire” la concorrenza. “Interverremo sulle modalità di calcolo del pedaggio” e “sulle condizioni di accesso al binario, sistemi di biglietteria, informazioni, perché chiunque operi in concorrenza deve avere la possibilità di comunicare”.

Nel frattempo anche il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, è intervenuto garantendo che il governo, mentre procede l’iter per la privatizzazione di Fs (“uno degli obiettivi che abbiamo dato al nuovo cda”), “non retrocede di un passo dalla liberalizzazione del settore ferroviario”. Lupi ha poi definito Ntv “un esempio di come la liberalizzazione del mercato abbia fatto bene ai viaggiatori, ai cittadini e all’azienda di Stato, per cui non possiamo permetterci minimamente che questa esperienza non prosegua. Abbiamo apprezzato molto che i soci privati abbiano deciso di continuare a investire” nella società. Anche se, di fatto, di tasca loro Della Valle e Montezemolo hanno messo poco: circa 9 milioni a testa su 85 milioni di ricapitalizzazione, perché il resto è arrivato dagli altri azionisti Intesa Sanpaolo, Generali, Sncf e le famiglie Bombassei e SeragnoliAnche Lupi ha inoltre chiesto all’authority “di dare rapidissimamente segnali concreti sul modo in cui questa liberalizzazione deve proseguire”.

Fs dal canto suo ha reagito pubblicando su Fs News una pagina sui “luoghi comuni da sfatare sulla liberalizzazione del settore”: “Non è vero che”, si legge, “Fs commette abusi di posizione dominante”, o che decide “il pedaggio ferroviario” o ancora che “il dl competitività favorisce il gruppo sul pagamento dell’energia elettrica”.

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