Non più città piena di opere d’arte ma “piccolo paesino del Sud Italia”. È la descrizione di Siracusa che Barbara D’Urso si è lasciata sfuggire in diretta televisiva. Durante Domenica Live, la sua trasmissione su Canale 5, la conduttrice si è occupata della visita del premier Matteo Renzi alla scuola Raiti, nella città aretusea, dove i bambini avevano messo in scena balli e canti in stile – per dirla con Beppe Grillo – documentario Luce degli anni ’30. Ed è in quel momento che la D’Urso ha descritto la città che diede i natali ad Archimede (e che oggi conta 120mila abitanti) come “un piccolo paesino del Sud Italia”.
Immediato la polemica, in rete ma anche in via ufficiale. Giancarlo Garozzo, sindaco renziano della città aretusea, è sbottato. “Mi viene davvero assai difficile – commenta all’Ansa – anche solo immaginare come si possa seriamente rispondere a chi ha definito Siracusa ‘un paesino della Sicilia’, un centro dimenticato del Sud Italia, talmente è abnorme la portata di questa affermazione. Sono davvero indignato e l’unica cosa che penso è che la signora D’Urso debba chiedere scusa pubblicamente a Siracusa e ai siracusani”.
“Siracusa – continua Garozzo – sia detto per inciso, è la quarta città d’arte d’Italia dopo Roma, Venezia e Firenze per beni culturali presenti sul proprio territorio: per sapere questo, ed evitare soprattutto una così clamorosa gaffe davanti a milioni di telespettatori, cosa che ne ha ampliato la portata, non serviva consultare chissà quali polverosi volumi, ma bastava dare una sbirciatina a Wikipedia“.
La mattina del 10 marzo l’amministrazione comunale di Siracusa invierà una protesta scritta direttamente a Mediaset. “Avrò pure piacere di invitare la stessa signora D’Urso a Siracusa sempre ammesso che abbia piacere di visitare un centro dimenticato del Sud Italia”, ha commentato ironicamente il primo cittadino.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez