Ricordate il credito di imposta per l’acquisto di libri? Quello che, secondo l’articolo 9 del decreto “Destinazione Italia“, era previsto: “Per favorire una maggiore diffusione della lettura dei libri cartacei”, riconoscendo “una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri muniti di codice Isbn, per un importo massimo di 2.000 euro, di cui 1000 euro per i libri scolastici e universitari e 1000 euro per tutte le altre pubblicazioni”. Non c’è più.
Ad ammetterlo, con molto candore, è il deputato Pd Marco Causi, che sul suo sito internet scrive: “Intento lodevole, ma attuazione impossibile a causa dell’esiguità di risorse. I contribuenti Irpef italiani potenzialmente beneficiari dello sconto fiscale (al 19 per cento) sono 29 milioni. Quindi lo sconto fiscale massimo, se tutti ne volessero usufruire, sarebbe pari a 50 diviso 29 milioni: 1,27 euro. Impossibile, allora, gestire le potenziali perdite di gettito, contenendole all’interno dello stanziamento previsto. Dopo un’ampia discussione – continua il parlamentare – il gruppo Pd della Commissione Finanze della Camera, ha perciò deciso di proporre un emendamento, accolto dal Governo e approvato senza alcun voto contrario dall’intera Commissione, che modifica la misura da credito d’imposta a “buono sconto” destinato all’acquisto di libri di lettura (anche in formato digitale) presso librerie per gli studenti degli istituti secondari di secondo grado”.
Non più credito d’imposta ma buono sconto, dunque, per 2 milioni e 700mila studenti dei licei e istituti superiori che, secondo i calcoli della Commissione, equivale a “circa 19 euro (50 milioni diviso 2.700.000) e varrà il 19 per cento, potendo così attivare una spesa per l’acquisto di libri del valore di circa 100 euro per ciascun soggetto e di 270 milioni nell’aggregato”.
Perché questa marcia indietro su un provvedimento che aveva fatto ben sperare il mondo dell’editoria e della lettura?
E’ lo stesso Causi a dire, tra l’altro: “Un vero credito d´imposta per l’acquisto di libri avrebbe bisogno di ben altro livello di copertura finanziaria, meglio allora restringere la platea dei beneficiari per ottenere un effetto reale. Trasferire il ‘buono sconto’ in credito fiscale per le librerie elimina la necessità di complicati e costosi adeguamenti organizzativi (ad esempio, dotare tutte le librerie di “scontrini parlanti”, come le farmacie”.
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