E se la semplicità difficile a farsi fosse quella di sedersi a parlare coi “forconi“? Vi racconto come è nato l’incontro tra una delegazione di studenti apparentemente forconi e Fassino, (e ne sono un po’ orgoglioso, un po’ divertito e un po’ arrabbiato perché nessun altro ci aveva pensato). Premetto che non avevo la minima intenzione di prendere inziative, stavo solo curiosando e video-registrando, era a 100 metri da dove lavoro. Dunque ecco la notizia in mia sintesi:

 Studenti dal corteo a un incontro con Fassino. E’ successo ieri 12 dicembre, terzo giorno di cortei e proteste degli studenti tecnici e professionali di Torino. Anche loro con i tricolori e i cori contro Cota (e in parte contro Fassino), ma con tante facce di tutte le etnìe presenti a Torino (seconde generazioni).

L’incontro dei 5 rappresentanti studenteschi col Sindaco è stato invece molto pacato, i ragazzi erano quasi timidi e le tematiche e le rivendicazioni esposte molto circostanziate e concrete. Riscaldamenti che non funzionano, sicurezza negli edifici non garantita, stages formativi troppo pochi e brevi e malfatti, corse di autobus mattutine diminuite. Il Sindaco ha risposto dando la disponibilità della sua Giunta a fare quello che si può, ma innanzitutto e sicuramente a far pressioni sulle categorie produttive e le aziende per una maggiore apertura alla formazione degli studenti tecnici e professionali.

Dicevo che è curiosa e degna di riflessione la genesi, la nascita di questo incontro. Nè agli studenti – che pure da quando manifestano dopo il 9 dicembre passano sotto il Comune – nè a Fassino o ai suoi collaboratori era venuto in mente che fosse possibile incontrarsi. Stavo osservando e ascoltando i manifestanti in piazza Palazzo di Città quando ho sentito un ragazzo lamentarsi al megafono: “Tre giorni che veniamo, e nessuno che ci ascolti o ci chieda perché”. Mi si è accesa la lampadina e non ho potuto fare a meno di agire, anche perché era davvero facile. Ho chiesto a uno di loro se avrebbero accettato di essere ricevuti in 3 o 4, mi ha risposto incredulo di si. Son salito in Consiglio Comunale, ne ho parlato con il consigliere Marco Grimaldi e con Beppe Borgogno assistente di Fassino, che ne han parlato col Sindaco e con una triangolazione telefonica è nato l’incontro delle 14 e 30. Forse episodi del genere si potevano e si potrebbero moltiplicare, invece di stare a guardare in cagnesco la apparente rozzezza dei manifestanti.

(Ps: ovvio che mi faccia impressione vedere arrivare gli studenti tecnici e professionali dietro a uno striscione tricolore cantando Fratelli d’Italia, talvolta alzando le braccia in saluti mezzo-romani. Ma gridano “Se non cambierà lotta dura sarà” come ai miei tempi quando la bandiera degli studenti era rossa. E l’inno nazionale lo cantano sempre i manifestanti tunisini che ho seguito dopo la primavera araba..).

(Ps2: forse  invece della “semplicità difficile a farsi” quella che ho narrato è la difficoltà che invece  risulta più semplice del previsto)

Ecco tre mie artiganali riprese, prima in manifestazione, poi  con Fassino, poi quando riferiscono dell’incontro:

 

 

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