Comunista? Per quelli della mia generazione è un’affermazione rischiosa. Nato nel ’67, al massimo puoi ammirare Berlinguer. O ricordare il titolo dell’Unità (SORPASSO!) quando il PCI divenne il partito di maggioranza relativa.

Ma comunista con sulle spalle il peso dell’Unione Sovietica è davvero dura. E c’è una voce, un fastidioso grillo parlante che ti ricorda le macchie di quel Pajetta che tu ammiri tanto. Certo, è stato fascista (lo è ancora?), ma quello che scrive è vero.

Sono solo squarci di realtà ma è tutto vero! Poi arrivano le televendite, le TV private nazionali e i collant davanti alla telecamera. La coerenza e l’onestà lentamente ma inesorabilmente non sono più necessarie, diventano superflue, addirittura generano sospetto.

Ed è di fronte ad un meschino presagio che diverrà tragica realtà che il Grillo Parlante si trasforma in insperato Don Chisciotte. Combatte una battaglia che mai è stato sul punto di vincere, semplicemente perché andava combattuta.

Quando il padrone gli impone la virgola Indro mette il punto. Abbandona il megafono e continua ad urlare con la sola voce, finché ne ha in corpo.

Finché ne ha in corpo…

Alberto Azzoni