Frana l’Italia divorata da colate di cemento e dall’ingordigia di palazzinari e furbetti che ridono e si sfregano le mani ad ogni nuova scossa di terremoto.
Frana l’Italia sommersa dal fango e dai detriti, per decenni di abusi condonati, disservizi e scarsa cura e manutenzione del territorio.
Frana l’Italia derubata da scandali a ripetizione, in questa eterna tangentopoli che premia i disonesti e ammazza le persone perbene.
Frana l’Italia condannata da una burocrazia miope, che rende impossibile le cose semplici e spiana la strada alle speculazioni di ogni genere e origine.
Frana l’Italia governata dalle mafie, da pezzi interi di territorio in cui la legge è l’antistato e lo Stato, quello vero, delega, soccombe.
Frana l’Italia massacrata da una cappa di omertà e di “così fan tutti”, oliata ad arte quotidianamente da un sistema mediatico mediocre e scarsamente libero.
Frana l’Italia svilita da una classe dirigente vecchia, stanca, disonesta, ignorante, pigra, da una politica che non conosce il mondo che vorrebbe governare, da persone che, semplicemente, dovrebbero abdicare.
Frana l’Italia indebolita dai nostri piccoli e quotidiani compromessi (passare al rosso di un semaforo, evitare una multa comminata, parcheggiare l’auto in doppia fila, evitare una lista d’attesa per una visita grazie ad una raccomandazione…), che tutti insieme compromettono il sistema, dalla base.
Frana l’Italia, e sarebbe ora che qualcuno indossasse guanti e stivali, organizzando le opportune contromisure, per interrompere la colata e costruire un diverso futuro.