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Possiamo dirlo senza tema di smentita. L’abbattimento dell’aereo russo da parte della Turchia è stato un gesto vile e vergognoso, oltre che ingiustificato.

Il fatto che il circo mediatico e intellettuale dei sacri cultori del politicamente corretto non abbia battuto ciglio ne è la prova. Il classico esempio dell’ipocrisia del dissenso a corrente alternata. Si è trattato dell’ennesimo gesto di attacco ai danni della Russia, come sempre con la longa manus degli Usa. La Russia è da tempo nell’occhio del ciclone, demonizzata alla stregua di uno ‘Stato canaglia’. La sua colpa è quella di non genuflettersi al cospetto del nuovo ordine mondiale a stelle e strisce. Per chi non lo ricordasse, la Turchia è nella Nato.

Ed è certo che la procedura Nato in caso di violazione dello spazio aereo non prevede l’avvertimento e poi l’abbattimento. Prima che si giunga a questa extrema ratio vi sono molte altre azioni che si devono compiere. Soprattutto se non è un aereo considerato ostile. E, per quel che si sa, la Russia non è in guerra con la Turchia.

Se, del resto, la Grecia avesse abbattuto tutti gli aerei turchi colpevoli di fare nel suo spazio aereo quanto fatto dall’aereo russo , la Turchia oggi si troverebbe di fatto senza aerei! D’altronde, non è difficile fare ipotesi molto plausibili.

L’abbattimento dell’aereo russo serve anzitutto a bloccare un processo in cui Putin era tornato elemento centrale di una coalizione internazionale per la lotta al terrorismo. Ciò che avrebbe sovvertito la strategia isolazionista di Washington nei confronti di Mosca. Quindi la Turchia si è prestata a questo gioco.

E una ricompensa gliela si doveva pur dare. Ed eccola qui, la ricompensa per il gesto vile: l’Unione europea, colonia degli Usa, ha accettato di aprire a dicembre il capitolo negoziale 17 nel processo di adesione della Turchia, relativo alla politica economica e monetaria. Lo ha sostenuto il ministro turco degli Affari Europei Volkan Bozkir, citato dall’agenzia statale Anadolu. Et voilà, il gioco è fatto. La vicenda, nel suo complesso, è tragica e istruttiva. Ci insegna che le potenze dette buone sono tali solo nominalmente e, soprattutto, che, una volta di più, l’Unione Europea non esiste, se non come banca centrale e come moneta unica. Ci insegna, infine, che occorre sperare in una Russia forte e indipendente, che sappia frenare il delirio imperialistico della civiltà del dollaro e creare un equilibrio tra potenze tale da evitare guerre e massacri.

 

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