Roma è stato inaugurato oggi Nemo, centro clinico specializzato sulle malattie neuromuscolari. La struttura, situata al Policlinico Gemelli, è destinata alla cura e alla ricerca su oltre centocinquanta diverse patologie, tra cui la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), l’Atrofia muscolare spinale (Sma) e le distrofie muscolari, che secondo gli esperti presenti all’inaugurazione colpiscono in Italia circa 40mila persone.

Il centro, dotato di dieci stanze per adulti e sedici per la pediatria, è nato dalla collaborazione tra Fondazione Serena onlus e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, e grazie anche al sostegno della Regione Lazio. Il Nemo offre lo stesso modello di presa in carico multidisciplinare del malato, già presente negli altri centri di Milano, Arenzano e Messina. La sede romana, in particolare, rappresenta un punto di riferimento per i pazienti del centro Italia che potranno così accedere a cure specialistiche “senza dover affrontare faticose e lunghe trasferte in altre parti della Penisola”, spiega a ilfattoquotidiano.it Alberto Fontana, presidente della Fondazione Serena, affetto da atrofia muscolare spinale. “In tutto il Centro Italia non esisteva una struttura di questo tipo e i pazienti erano costretti, con le loro famiglie, a impegnative trasferte verso il Nord o la Sicilia”. Nemo, continua, “rappresenta un modello in grado di trasformare la fragilità in ricchezza”.

“Grazie per avermi regalato l’ora più bella, in giornate complesse come quelle di sindaco di Roma, e spero che con Nemo si possa arrivare presto alla cura dei malati”, ha dichiarato Ignazio Marino, presente all’apertura del centro. Il primo cittadino, che ha ricordato il suo passato di medico proprio al Gemelli, ha poi citato Madre Teresa di Calcutta sull’importanza del sorriso “che può trasmettere una forza incredibile alla persona malata e ai suoi familiari”. Presente anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Articolo Precedente

Laura Coccia, la deputata disabile posa in costume su facebook “contro i pregiudizi”

next
Articolo Successivo

Insegnanti: ‘Caro Renzi, sono precaria e disabile. Come vado a lavorare?’

next