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Brigitte Bardot contro il governo australiano: “Non uccidete due milioni di gatti, sterilizzateli”

Il piano su come risolvere il problema dei gatti selvatici per tutelare la fauna nativa è stato annunciato dal ministro dell'Ambiente. E subito sono insorte le associazioni animaliste che hanno trovato una sponda nella mitica attrice francese. Nella lettera attacca: "Il vostro piano è ridicolo e inumano"

di F. Q.
Brigitte Bardot contro il governo australiano: “Non uccidete due milioni di gatti, sterilizzateli”

B.B. scende ancora una volta in difesa degli animali. E lo fa scrivendo direttamente al ministro dell’Ambiente australiano Greg Hunt che nei giorni scorsi ha annunciato un piano per uccidere, entro il 2020, due milioni di gatti domestici divenuti selvatici che ogni giorno, da quanto emerso, ucciderebbero 75 milioni di animali delle specie originarie dell’Australia. Una misura che si dovrebbe aggiungere ad altre, fra cui la creazione di aree recintate per facilitare il recupero di uccelli e mammiferi.

Ma secondo Brigitte Bardot i fondi che verrebbero utilizzati per eliminare i felini sarebbero meglio spesi in una campagna di sterilizzazione su larga scala. La mitica attrice, oggi 80enne, ha definito il piano australiano “orribile” anche per la comunità internazionale. “Questo genocidio animale è inumano e ridicolo. Oltre ad essere crudele, uccidere questi gatti è assolutamente inutile, dato che tutti gli altri continueranno a riprodursi. E ne soffrirà l’immagine dell’Australia”, spiega nella lettera l’animalista.
“Sono uno tsunami di violenza e di morte per le specie native dell’Australia”, aveva detto il ministro Hunt nei giorni scorsi. I gatti sono stati introdotti in Australia, a fine XVIII secolo, dagli europei. Oggi quelli selvatici, secondo le stime del governo, sono stati identificati come i maggiori responsabili delle estinzioni: avrebbero causato la fine di oltre il 10% delle specie di mammiferi native scomparse.
La posizione espressa pubblicamente da Brigitte Bardot dà la sponda all’organizzazione animalista Animals Australia che si è detta scettica e ha criticato il piano del governo: “Bisogna ricordare che la minaccia primaria e più significativa alla sopravvivenza delle specie native australiane è la distruzione del loro habitat e delle loro fonti di cibo”, ha chiarito la portavoce Lisa Chalk. “Inoltre l’uso di veleno in aree suburbane mette a rischio gli animali domestici e i carnivori nativi”. In attesa di sapere come risponderà il ministro B.B. è stata chiara.
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