Ci sono voluti cinque anni, ma la soglia psicologica è stata sfondata. Per la prima volta da metà maggio del 2010, lo spread tra Btp e Bund è sceso sotto la fatidica quota dei 100 punti base, scendendo fino a 98,5 punti per poi risalire un po’ e attestarsi, in chiusura, a 101. Il risultato dipende dal fatto che il rendimento del titolo italiano a 10 anni ha toccato il nuovo minimo storico, l’1,305%, riducendo la distanza con quello della Germania che pure è anch’esso in continuo calo e venerdì si è fermato allo 0,31 per cento. Si tratta di una cartina di tornasole del fatto che i mercati considerano la Penisola fuori pericolo, o almeno non la ritengono tra gli Stati maggiormente a rischio. Drappello che Roma era invece arrivata a guidare nel 2011, quando la forbice tra il rendimento offerto dal Btp quello del suo omologo tedesco (in pratica il “premio” richiesto per investire in un Paese piuttosto che in un altro) arrivò a sfiorare quota 600 punti perché gli investitori attribuivano un’elevata probabilità al default dell’Italia.

Ma quali sono i fattori che stanno influenzando in positivo l’atteggiamento dei mercati? Oggi ha senza dubbio aiutato la previsione che il Bundestag, la Camera bassa del parlamento tedesco, avrebbe votato – come ha in effetti fatto, e a larga maggioranza – a favore dell’estensione del piano di aiuti alla Grecia. E il conseguente allentamento delle tensioni sul futuro di Atene nell’Unione europea. Ha fatto da calmiere, poi, anche il verdetto positivo sulla legge di Stabilità arrivato dalla Commissione Ue, che nel suo rapporto riconosce che la Penisola, pur zavorrata da un rapporto debito/Pil destinato a toccare quest’anno il 133%, “rispetta la regola europea del debito”.

A pesare, però, è soprattutto l’effetto annuncio del piano di acquisto di titoli di Stato (quantitative easing) varato il 22 gennaio dal presidente della Bce, Mario Draghi: l’operazione inizierà lunedì prossimo ma ha già determinato un notevole abbassamento dei rendimenti di tutti i titoli sovrani dell’area euro. A partire proprio dall’Italia, che sarà tra i principali beneficiari visto che l’Eurotower, stando alle stime del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, riacquisterà Btp e altri titoli con scadenze fino a 30 anni per un ammontare di circa 130 miliardi di euro. “Adesso che sono stati annunciati i dettagli del piano, che hanno sorpreso in positivo il mercato – ha spiegato Maria Cannata, capo della direzione del Debito pubblico del ministero dell’Economia – noi assistiamo ogni giorno a un ribasso dei tassi” e a “un grande appetito per i titoli della periferia”, cioè degli Stati tradizionalmente considerati “anelli deboli” dell’Eurozona.

Il calo sotto quota 100 è stato salutato con soddisfazione dal governo: “Spread sotto quota 100, mille ex precari assunti a Melfi col Jobs Act, via segreto bancario non solo in Svizzera, dai che è #lavoltabuona”, ha scritto il premier Matteo Renzi su Twitter.

La notizia ha avuto effetti positivi su Piazza Affari: la Borsa di Milano è in rialzo, con l’indice Ftse Mib che dopo aver aperto sulla parità ha chiuso la seduta a +0,78 per cento.

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