Articoli di Pasquale Di Santillo →
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- 16:04 - Family business forum, Corbetta (Bocconi): "Nel ricambio generazionale non peggiorata redditività"
Lecco, 09 mag. - (Adnkronos) - "Ci sono dei pro e dei contro nelle imprese familiari: ma allargando lo sguardo abbiamo quadro più generale, in un periodo con successioni molto importanti nel nostro Paese. Perché se è vero che ci sono anche i capitalisti coltelli, ci sono anche i capitalisti responsabili". Parola di Guido Corbetta, professore di Strategia delle imprese familiari all'Università Bocconi, intervenuto durante il Family business forum di Lecco, nella sede della Camera di commercio. Corbetta elenca una serie di aziende molto importanti a livello italiano che hanno vissuto una fase di successione nell'ultimo periodo: da Ferrero a Marcecaglia, da Mediolanum a De Agostini, passando per Prada, Menarini, Guzzi, Fininvest, Brembo, Bolton, Chiesi, De Longhi, Lavazza. "Nel caso Mapei, ad esempio, notavo che da quando sono succeduti i figli Squinzi, la dimensione è di un terzo più grande di quando c'era Giorgio", argomenta Corbetta.
"I ricambi al vertice nell'ultimo triennio sono stati circa 1800”, prosegue. “Vedo delle scelte di governance interessanti: ci sono 305 manager non familiari in più e questo vuol dire che le imprese familiari stanno cominciando a usare queste opzioni. In 315 casi, circa il 20%, è subentrato un manager non familiare. Ci sono 355 ultrasettantenni in meno", prosegue Corbetta, "e una generazione di 40enni e 50enni ha preso responsabilità. Ci sono 210 Under 50 in più, un segnale di cambiamento importante negli ultimi 2 anni. I processi di ricambio generazionale possono avere un impatto positivo o negativo, ma è sicuro che è positivo almeno sui ricavi e che c'è un impatto non negativo sulla redditività. Già riconoscere che nell'ambito di un ricambio generazionale le performance non sono peggiorate a 18-24 mesi di distanza è un elemento importante: che famiglie imprenditoriali hanno imparato a gestire il passaggio generazionale".
- 16:01 - Imprese, Sacchi (Family business forum): "Ogni impresa nasce da una persona e da una famiglia"
Lecco, 09 mag. - (Adnkronos) - "Ogni impresa nasce da una persona e quindi in una famiglia, poi evolve nel tempo: ma la cosa importante è la dipendenza della famiglia dall'impresa. Ovvero, è un'impresa familiare quell'impresa dove ci sono una o due famiglie che controllano il capitale". Lo dice Maria Silvia Sacchi, ideatrice e direttrice di Family business forum, incontro su passaggio generazionale e fondazioni di famiglia in corso di svolgimento nella sede della Camera di commercio di Lecco. "Familiari possono essere aziende piccole o molto grandi. Fuori dall'Italia, ad esempio, Lvmh", leader mondiale nel settore del lusso, "è un gruppo familiare. Quindi è importante parlare della famiglia e delle imprese familiari, perché sono le famiglie proprietarie a determinare le strategie delle imprese e il benessere di un Paese", aggiunge Sacchi. "Se una famiglia funziona, funziona l'azienda. Nei momenti in cui l'azienda non funziona, la famiglia può essere d'aiuto. È molto importante riuscire a parlare dell'impresa familiare guardando la famiglia e questo è quel che facciamo qui al Family business forum".
- 15:59 - Family business forum, Marzadori (musicista): "Felice di essere qui con Fondazione Monzino"
Lecco, 09 mag. - (Adnkronos) - "Sono molto felice di essere qui con Antonio Monzino di Fondazione Monzino, una Fondazione che dà molto ai giovani e ai giovani musicisti e che punta a portare la musica anche a chi non è musicista". Lo dice Laura Marzadori, Primo violino del teatro Alla Scala, presente al Family business forum di Lecco, nella sede della Camera di commercio. "La musica è un'arte universale e fondamentale per la crescita dell'individuo: sono musicista da quando avevo 3 anni e la mia famiglia mi ha sostenuto tantissimo in questo percorso".
- 15:39 - Family business forum, Campanari (Confindustria): "Oggi l’imprenditore deve essere un decatleta"
Lecco, 09 mag. - (Adnkronos) - "Oggi essere imprenditore è qualcosa che si discosta molto dalla definizione classica di chi semplicemente deve ideare un prodotto o un servizio e veicolarlo e venderlo: l'attività di imprenditore già da tempo va molto oltre e comporta tante cose, a partire dalla responsabilità sociale". Durante il Family business forum, nella sede della Camera di commercio di Lecco, sono queste le parole di Marco Campanari, presidente designato Confindustria Lecco e Sondrio. Campanari sceglie la metafora sportiva per delineare il profilo dell'imprenditore di oggi: "Deve essere non solo velocista, colui che arriva prima, o fondista. Ma deve essere decatleta: deve fare quel che dicevamo prima ma anche essere capace di fare una corsa a ostacoli continua, che deriva dalla situazione degli ultimi anni di cambiamenti non solo repentini ma spesso anche forieri di novità negative da superare".
In vista delle imminenti elezioni europee, Campanari spiega: "L'Europa negli ultimi 20 anni è stata molto invasiva nella vita di tutti noi e nelle attività di impresa: ha avuto un delirio di iper regolamentazione che non ha portato cose estremamente positive. Il mio auspicio è per un cambio di passo in questo senso, verso un'Europa che sia meno ossessionata dalla regolamentazione e sappia essere più aderente alla lettura della realtà così com'è".
- 15:39 - Ricerca, proteina sangue albumina predice rischio cancro e infarto in 'over 65'
Roma, 9 mag. (Adnkronos Salute) - Una ricerca congiunta, condotta da Sapienza università di Roma in collaborazione con Irccs Neuromed di Pozzilli, Università Lum Giuseppe Degennaro e Mediterranea Cardiocentro di Napoli, ha messo in luce un'associazione significativa tra ipoalbuminemia (bassi livelli di albumina nel sangue) e un aumento del rischio di mortalità per malattie vascolari e cancro in individui anziani. La ricerca, condotta sulla base dei dati raccolti dallo studio epidemiologico Moli-sani (dal marzo 2005 su 25.000 residenti in Molise, per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori) e pubblicata sulla rivista scientifica eClinical Medicine-Lancet - riporta una nota - ha analizzato un vasto gruppo di persone (circa 18.000 soggetti, dei quali 3.299 di età pari o superiore ai 65 anni), dimostrando che livelli di albumina inferiori a 35 g/L sono collegati a un rischio maggiore di morte negli anziani. Questa relazione è stata osservata anche dopo aver escluso fattori come malattie renali o epatiche e stati infiammatori acuti, che possono influenzare i livelli di albumina.
"Oltre a fornirci lo spunto per approfondire con ulteriori ricerche il rapporto tra albumina nel sangue e salute – afferma Licia Iacoviello, direttore del Dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed e professore ordinario di Igiene dell’Università Lum - questo studio può avere implicazioni dirette sulla pratica clinica e sulla prevenzione. La misura dell’albumina nel sangue è infatti un test semplice e poco costoso. È quindi da considerare un’analisi di primo livello, che permetterebbe di porre una maggiore attenzione clinico-diagnostica verso gli individui anziani potenzialmente a rischio. Il nostro studio fornisce anche un valore di riferimento (35 g/L) che può guidare il medico nell’interpretazione della misura di albumina”.
La “possibilità di ottenere indicazioni predittive su malattie con alta incidenza ed elevato rischio di morte, come quelle cardiovascolari o i tumori, attraverso un esame semplice e ampiamente disponibile, anche a basso costo, rappresenta una importante conquista per la medicina moderna – commenta la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni - Questo studio, che conferma e consolida l’eccellenza delle attività scientifica delle università e degli enti di ricerca italiani in campo medico, ha anche un importante valore sociale attribuibile alle possibili ricadute nell’ambito della prevenzione”.
“La nostra analisi – sostiene Francesco Violi, professore emerito della Sapienza Università di Roma e ideatore dello studio – origina dal fatto che nel sangue l’albumina è una proteina che svolge attività antiossidante, antinfiammatoria e anticoagulante. La sua diminuzione, pertanto, accentua lo stato infiammatorio sistemico, facilitando l’iperattività delle cellule predisposte alla cancerogenesi o alla trombosi. È importante, in questo contesto, sottolineare che cancro e infarto cardiaco condividono una base comune proprio nella presenza di uno stato infiammatorio cronico, e che pazienti a rischio di malattie cardiovascolari, come i diabetici e gli obesi, sono anche a rischio di cancro”.
Un dato interessante - riferisce la nota - della ricerca è che l'ipoalbuminemia è correlata a un livello socioeconomico più basso. Questo solleva un'importante questione sociale, poiché per motivi economici, gli anziani optano spesso per una dieta meno salutare, scegliendo alimenti con proteine meno nobili.
"I risultati del nostro studio – sottolinea Augusto Di Castelnuovo, epidemiologo della Mediterranea Cardiocentro e dell’Irccs Neuromed - mostrano che un livello basso di albumina, oltre a fornire indicazioni sullo stato nutrizionale e sulla salute del fegato, segnala anche una aumentata suscettibilità verso altre gravi patologie. L'ipoalbuminemia potrebbe riflettere quel processo infiammatorio cronico, tipico dell'invecchiamento, noto come ‘inflammaging’, che potrebbe aver contribuito al rischio elevato di mortalità che abbiamo osservato."
- 15:37 - Family business forum, Di Giacomo (Banor): "Il Family officer è un partner intellettuale”
Lecco, 09 mag. - (Adnkronos) - "Il family officer è un advisor indipendente che aiuta le famiglie con patrimoni complessi a gestire la loro asset allocation sulla base degli obiettivi che vengono definiti. Si pone come sparring partner intellettuale per ragionare su investimenti, controparti, costi e reportistica, ma soprattutto per dare accesso ai migliori gestori a livello mondiale su specifici asset class". La fotografia del ruolo è di Nicolò Di Giacomo, responsabile Family office Banor, durante il Family business forum, incontro su passaggio generazionale e fondazioni di famiglia, nella sede della Camera di commercio di Lecco.
"Il family office ha diverse interpretazioni", prosegue Di Giacomo: "è un advisor, ma non un gestore. Non è quello che dice di comprare determinate azioni di una società o uno specifico bond, ma colui che decide l'asset allocation per le macro asset place e i migliori gestori per implementarle. Ma non entra nella decisione specifica di investimento", aggiunge Di Giacomo.
- 15:35 - Family business forum, Bestetti (Bper): "Ambizione di seguire l'imprenditore nella sua globalità"
Lecco, 09 mag. - (Adnkronos) - "La banca specializzata oggi nel mondo del private ha l'ambizione di provare a seguire l'imprenditore nella sua globalità, quindi nelle tematiche finanziarie e non finanziarie". A dirlo è Stefano Bestetti, responsabile Grandi patrimoni di Bper banca Private Cesare Ponti, durante il Family business forum, incontro su passaggio generazionale e fondazioni di famiglia, nella sede della Camera di commercio di Lecco. Per Bestetti, serve "tenere conto delle particolarità: l'imprenditore molto spesso deve gestire denari al servizio dell'impresa, quindi è importante una sensibilità particolare e al tempo stesso è importante una governance di tipo civilistico e fiscale nella gestione dei denari dell'impresa", prosegue Bestetti. "Una gestione che si allarga anche ad altri aspetti del patrimonio: la sfida quindi è portare competenze finanziarie al servizio dell'impresa e avere un approccio che possa ottimizzare più aspetti nella gestione del patrimonio dell'imprenditore", conclude.