Dal possesso alla condivisione dell’auto. È questa una delle sfide che Milano è chiamata ad affrontare per rendere sempre più sostenibile la mobilità urbana. “In città l’auto viene usata soltanto per l’8% del tempo, mentre per il restante 92% rimane ferma” spiega l’architetto del paesaggio urbano Valerio Montieri che da anni si occupa di queste tematiche. Un utilizzo che non sembra essere “conveniente” e che provoca un consumo di una delle risorse limitate della città: lo spazio. “I veicoli in sosta tolgono spazio ai pedoni e alle bici” racconta l’ingegnere dei trasporti Alfredo Drufuca che spiega come le alternative ci siano. “L’auto di proprietà è destinato a sparire mentre lo sharing rappresenta il futuro”. Anzi, è già il presente. Dopo il lockdown a Milano si è registrato “un grande fermento” osserva Simone Franzò che dirige l’Osservatorio sull’Electricity Market dell’E&S Group del Politecnico di Milano. “Nel 2020 in città si sono registrati 25mila veicoli in sharing, 8 milioni di noleggi e 40 chilometri percorsi”. Numeri in aumento così come quelli che riguardano la vendita delle auto elettriche. “3700 immatricolazioni nello scorso anno, tremila in più rispetto al 2019”. Una crescita che non è sufficiente. La strategia dev’essere integrata. “Serve investire nella creazione di zone trenta” come spiega Cesare Galbiati dell’associazione delle scuole guida italiane Unasca.

L’altro fronte è quello delle piste ciclabili. “A Milano i cittadini hanno a disposizione poco più di quindici centimetri a testa – spiega Federico Del Prete di Legambici Lombardia – a Bolzano, Pesaro e nelle grandi capitali europee come Parigi siamo sul metro di ciclabile per abitante”. Cifre insufficienti non solo a livello locale ma anche nazionale. “Il Governo ha previsto 560 chilometri in tutto il paese, questo è quello che fa la sola Parigi, noi abbiamo bisogno di molto di più. Noi pensiamo che la mobilità sostenibile non sia solo cambiare motore alle automobili ma occorre fare molto di più”.

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